Riassunto delle caratteristiche del prodotto - APPRYO
1. denominazione del medicinale
Appryo 20 mg compresse gastroresistenti
2. composizione qualitativa e quantitativa
Ogni compressa gastroresistente contiene 20 mg di pantoprazolo (come pantoprazolo sodico sesquidrato).
Eccipiente con effetto noto:
– sorbitolo: 18 mg/compressa
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Compressa gastroresistente.
Compressa di colore giallo tendente al marrone chiaro, ovale, leggermente biconvessa.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
Adulti ed adolescenti di 12 anni ed oltre
Sintomi da reflusso gastroesofageo.
Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive delle esofagiti da reflusso.
Adulti
Prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte da farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi in pazienti a rischio che necessitano di un trattamento continuativo con FANS (vedere paragrafo 4.4).
4.2 posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti e adolescenti di 12 anni ed oltre.
Sintomi da reflusso gastroesofageo.
La dose raccomandata per somministrazione orale è di una compressa gastroresistente di Appryo 20 mg al giorno. Il sollievo dei sintomi si ottiene generalmente in 2–4 settimane. Se ciò non fosse sufficiente il sollievo dei sintomi si otterrà normalmente, prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane. Una volta ottenuto il sollievo dei sintomi, si può controllare il ripresentarsi dei sintomi utilizzando, quando necessario, un trattamento al bisogno con 20 mg
Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
una volta al giorno. Nei casi in cui con la somministrazione al bisogno non può essere mantenuto un soddisfacente controllo dei sintomi andrebbe valutato il passaggio ad una terapia continuativa.
Trattamento a lungo termine e prevenzione delle recidive dell’esofagite da reflusso
Per il trattamento a lungo termine, si raccomanda una dose di mantenimento di una compressa gastroresistente di Appryo 20 mg al giorno aumentando a 40 mg di pantoprazolo al giorno in caso di recidiva. Per questi casi è disponibile Appryo 40 mg. Dopo la guarigione della recidiva, la dose potrà essere ridotta di nuovo a 20 mg di pantoprazolo.
Adulti
Prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte dai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi in pazienti a rischio che necessitano di un trattamento continuo con FANS.
La dose raccomandata per somministrazione orale è di una compressa gastroresistente di Appryo 20 mg al giorno.
Particolari gruppi di pazienti
Pazienti anziani
Nessun aggiustamento del dosaggio è necessario nei pazienti anziani.
Pazienti con insufficienza epatica
Nei pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa non si deve superare la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con insufficienza renale
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale compromessa.
Popolazione pediatrica
Bambini al di sotto dei 12 anni di età
Appryo non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età, a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l'efficacia in questa fascia di età.
Modalità di somministrazione
Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere inghiottite intere 1 ora prima di un pasto con un pó d’acqua.
4.3 controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai derivati benzimidazolici, al sorbitolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Compromissione epatica
Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere periodicamente controllati durante la terapia con il pantoprazolo, specialmente nell’uso a lungo termine. In caso di aumento degli enzimi epatici, la terapia deve essere interrotta (vedere paragrafo 4.2).
Co-somministrazione con FANS
L’impiego di Appryo 20 mg nella prevenzione delle ulcere gastroduodenali indotte da farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) non selettivi deve essere limitato ai pazienti che
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richiedano un trattamento continuativo con FANS e che presentino un aumentato rischio di complicanze gastrointestinali. La valutazione dell’accresciuto rischio deve essere effettuata in base alla presenza di fattori di rischio individuali, es. l’età elevata (> 65 anni), l’anamnesi positiva per ulcera gastrica o duodenale o per il sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore.
Neoplasia gastrica
La risposta sintomatica al pantoprazolo può mascherare i sintomi della neoplasia gastrica e può ritardare la diagnosi. Ove si manifestassero sintomi allarmanti (es. significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di ulcera gastrica la natura maligna deve essere esclusa.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato, deve essere considerata un’ulteriore indagine.
Co-somministrazione con inibitori della proteasi HIV
Non è raccomandata la co-somministrazione di pantoprazolo con gli inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir, a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).
Influenza sull'assorbimento della vitamina B12
Il pantoprazolo, come tutti i medicinali acido-bloccanti, può ridurre l'assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo- o acloridia. Questo dovrebbe essere preso in considerazione nei pazienti con depositi ridotti o fattori di rischio per ridurre l'assorbimento di vitamina B12 sulla terapia a lungo termine o se si osservano sintomi clinici rispettivi.
Trattamento a lungo termine
Nel trattamento a lungo termine, specialmente quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri
Il trattamento con Appryo può portare ad un modesto incremento del rischio di infezioni gastrointestinali causate da batteri quali Salmonella e Campylobacter e C. difficile.
Ipomagnesiemia
Nei pazienti trattati con PPI come pantoprazolo per almeno 3 mesi, e nella maggior parte dei casi per un anno, è stata riferita grave ipomagnesiemia. Possono verificarsi gravi manifestazioni di ipomagnesiemia quali affaticamento, tetania, delirio, convulsioni, capogiri e aritmia ventricolare, ma possono iniziare in maniera insidiosa ed essere trascurati. In gran parte dei pazienti colpiti, l’ipomagnesiemia è migliorata dopo l’integrazione di magnesio e l’interruzione del PPI.
Per i pazienti per i quali è previsto un trattamento prolungato o che assumono PPI con digossina o altri medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad es. diuretici), il personale medico deve prendere in considerazione la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento.
Fratture dell’osso
Gli inibitori della pompa protonica, in particolare se usati a dosi elevate e per lunghi periodi (>1 anno), possono aumentare in misura modesta il rischio di frattura dell’anca, del polso e della colonna, principalmente negli anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio globale di frattura del 10–40%. Parte di questo aumento può essere dovuto ad altri
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fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere cure in base alle attuali linee guida cliniche e devono assumere un adeguato apporto di vitamina D e calcio.
Lupus cutaneo subacuto eritematoso (SCLE)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati con casi molto rari di SCLE. In caso di lesioni, soprattutto nelle zone della pelle esposte al sole, e se accompagnati da artralgia, il paziente deve prontamente richiedere assistenza medica e il medico deve prendere in considerazione l'interruzione di Appryo. SCLE dopo un precedente trattamento con un inibitore della pompa protonica può aumentare il rischio di SCLE con altri inibitori della pompa protonica.
Interferenza con esami di laboratorio
Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Appryo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
Sorbitolo
Appryo contiene sorbitolo. I pazienti con problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.
4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Medicinali con farmacocinetica di assorbimento pH dipendente
A causa della inibizione marcata e di lunga durata della secrezione acida gastrica, pantoprazolo può interferire con l’assorbimento di altri medicinali per i quali il pH gastrico è un fattore determinante sulla disponibilità orale, per es alcuni antifungini azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come erlotinib.
Inibitori della proteasi HIV
La somministrazione concomitante di pantoprazolo non è raccomandata con inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4).
Se la combinazione di inibitori della proteasi HIV con un inibitore della pompa protonica è giudicata inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (per es. carica virale). Non deve essere superata una dose di pantoprazolo di 20 mg al giorno. Potrebbe essere necessario adattare la dose degli inibitori della proteasi HIV.
Anticoagulanti cumarinici (fencoprumone o warfarin)
La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fencoprumone non ha influenzato la farmacocinetica di warfarin, fencoprumone o INR. Tuttavia, sono stati riportati casi di aumento di INR e tempo di protrombina nei pazienti che hanno ricevuto PPIs e warfarin o fencoprumone in concomitanza.
L’aumento dell’INR e del tempo di protrombina può portare a sanguinamenti anormali e persino alla morte. I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fencoprumone potrebbero essere necessariamente monitorati per aumentare l’INR ed il tempo di protrombina.
Metotressato
E’ stato riportato che l’uso concomitante di metotressato ad alte dosi (ad es. 300 mg) e inibitori di pompa protonica in alcuni pazienti aumenta i livelli di metotressato. Pertanto in situazioni in cui il metotressato viene utilizzato ad alte dosi, ad esempio cancro e psoriasi, può
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essere necessario considerare una sospensione temporanea del pantoprazolo.
Altri studi di interazione
Il pantoprazolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato attraverso il sistema enzimatico P450. La principale via metabolica è la demetilazione tramite CYP2C19; le altre vie metaboliche includono l’ossidazione tramite CYP3A4.
Gli studi di interazione con sostanze anch’esse metabolizzate tramite questi sistemi enzimatici, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e contraccettivi orali contenenti levonorgestrel e etinilestradiolo non hanno evidenziato interazioni clinicamente significative.
Non può essere esclusa una interazione di pantoprazolo con altri medicinali o composti, che vengono metabolizzati usando lo stesso sistema enzimatico.
I risultati di una vasta serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influenza il metabolismo di sostanze attive metabolizzate da CYP1A2 (come caffeina, teofillina), da CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), da CYP2D6 (come metoprololo), da CYP2E1 (come etanolo) e non interferisce con l’assorbimento della digossina mediato dalle p-glicoproteine.
Non si sono osservate interazioni durante la somministrazione concomitante di antiacidi.
Sono stati condotti anche studi di interazione somministrando pantoprazolo in concomitanza con i relativi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state evidenziate interazioni clinicamente significative.
Medicinali che inibiscono o inducono CYP2C19:
Gli inibitori di CYP2C19 come la fluvoxamina potrebbero aumentare l'esposizione sistemica del pantoprazolo. Può essere presa in considerazione una riduzione della dose per i pazienti trattati a lungo termine con dosi elevate di pantoprazolo, o quelli con insufficienza epatica. Induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina ed Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum ) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di PPI metabolizzate attraverso questi sistemi enzimatici.
4.6 fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Una quantità moderata di dati nelle donne in gravidanza (risultati tra 300–1000 gravidanze) non indicano tossicità malformative o feto/neonatali del pantoprazolo.
Gli studi condotti sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Come misura precauzionale è preferibile evitare l’uso di Appryo durante la gravidanza.
Allattamento al seno
Gli studi condotti sugli animali hanno dimostrato l’escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Non ci sono sufficienti informazioni sull’escrezione di pantoprazolo nel latte materno ma è stata riportata escrezione nel latte materno umano. Non può essere escluso il rischio per neonati/infanti. Pertanto, la decisione di interrompere l’allattamento al seno o di interrompere l’assunzione di Appryo deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il neonato e del beneficio della terapia con Appryo per la madre.
Fertilità
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Non c’è stata alcuna evidenza di compromissione della fertilità dopo la somministrazione di pantoprazolo negli studi sugli animali (vedere paragrafo 5.3).
4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Il pantoprazolo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o utilizzare macchinari.
Si possono manifestare reazioni avverse al farmaco come capogiri e disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8). In tali casi, i pazienti non devono guidare veicoli o usare macchinari.
4.8 effetti indesiderati
Ci si può aspettare che circa il 5 % dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs). Le ADRs più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa l’1% dei pazienti.
La seguente tabella elenca le reazioni avverse riportate con il pantoprazolo, secondo la seguente classificazione di frequenza:
– Molto comune (≥1/10)
– Comune (da ≥1/100 a <1/10)
– Non comune (da ≥1/1,000 a <1/100)
– Raro (da ≥1/10,000 a <1/1,000)
– Molto raro (<1/10,000)
– Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base bei dati disponibili).
Per tutte le reazioni avverse osservate nell’esperienza post -marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza di reazione avversa e quindi esse sono indicate con frequenza “non nota”.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Elenco tabulare delle reazioni avverse
Tabella 1. Reazioni avverse con il pantoprazolo nelle sperimentazioni cliniche e nell’esperienza post-marketing
Frequenza Classificazione per sistemi e per organi | Comune | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitop nia; Leucopenia, pancitopenia | e | ||
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | ||||
Disturbi del metabolismo e della | Iperlipidemie ed aumento dei | Iponatriemia Ipomagnesiemi |
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nutrizione | livelli dei lipidi (trigliceridi, colesterolo), Variazioni di peso | a (vedere paragrafo 4.4 ). Ipocalcemia associata a ipomagnesiemi a; ipopotassiemia | |||
Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e gli aggravamenti) | Disorientam ento (e tutti gli aggravament i) | Allucinazioni, confusione (soprattutto nei pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) | |
Patologie del sistema nervoso | Mal di testa; Capogiri | Alterazioni del gusto | Parestesia | ||
Patologie dell’occhio | Disturbi nella visione/ visione offuscata | ||||
Patologie gastrointestinali | Polipi della ghiandola fundica (benigni) | Diarrea, Nausea / vomito, Distensione addominale e gonfiore; Stipsi; Secchezza delle fauci; Dolore e disturbi addominali | |||
Patologie epatobiliari | Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT) | Aumento della bilirubina | Lesione epatocellulare; ittero, insufficienza epatocellulare | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea/esantema/ eruzione; prurito | Orticaria, angioedema | Sindrome di Stevens-Johnson, Sindrome di Lyell, Eritema multiforme, fotosensibilità; Lupus cutaneo subacuto eritematoso (vedere paragrafo 4.4) | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico | Frattura dell’anca, del polso o della colonna (vedere | Artralgia, Mialgia | Spasmo muscolare come conseguenza di |
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e del tessuto connettivo | paragrafo 4.4 ) | alterazioni elettrolitiche | |||
Patologie renali ed urinarie | Nefrite interstiziale (con possibile progressione verso l'insufficienza renale) | ||||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ginecomastia | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia, affaticamento e malessere | Aumento della temperatura corporea; Edema periferico |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.
4.9 sovradosaggio
Sintomi
Non sono noti sintomi di sovradosaggio nell’uomo.
L’esposizione sistemica fino a 240 mg somministrati per via endovenosa in due minuti è risultata ben tollerata.
Somministrazione
Poiché il pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine, non è prontamente dializzabile.
Non vi sono specifiche raccomandazioni terapeutiche per gli eventuali casi di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, tranne per un trattamento sintomatico e di supporto.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica
Codice ATC: A02BC02
Meccanismo di azione
Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco bloccando specificatamente le pompe protoniche delle cellule parietali.
Il pantoprazolo viene trasformato nella sua forma attiva nell'ambiente acido delle cellule parietali dove inibisce l’enzima H+, K+ ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione
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dell’acido cloridrico nello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente ed interessa la secrezione sia basale sia stimolata. Nella maggior parte dei pazienti la sintomatologia si risolve entro due settimane. Come con altri inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H2, il trattamento con il pantoprazolo determina una riduzione dell’acidità nello stomaco e quindi un aumento della gastrina proporzionalmente alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all’enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, esso può inibire la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione con altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è lo stesso dopo somministrazione del prodotto sia per via orale sia endovenosa.
I valori della gastrina a digiuno aumentano durante il trattamento con pantoprazolo. Nell’assunzione a breve termine, nella maggioranza dei casi essi non oltrepassano il normale limite superiore. Durante il trattamento a lungo termine, i livelli di gastrina raddoppiano nella maggior parte dei casi. Un aumento eccessivo, comunque, si verifica solo in casi isolati. Conseguentemente, in una minoranza dei casi di trattamento a lungo termine si è osservato un aumento da lieve a moderato del numero delle cellule endocrine specifiche (ECL) nello stomaco (iperplasia da semplice ad adenomatoide).Tuttavia, sulla base degli studi condotti fino ad ora, non è stata osservata nell’uomo la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici riscontrata nell'ambito degli esperimenti condotti sugli animali (vedere paragrafo 5.3).
Durante il trattamento con medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida. Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.
Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.
Sulla base dei risultati degli studi nell’animale, non si può escludere completamente un’influenza sui parametri endocrini della tiroide di un trattamento con pantoprazolo a lungo termine superiore ad un anno.
5.2 proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente e la concentrazione plasmatica massima si raggiunge già dopo una singola dose orale di 20 mg. In media, le concentrazioni sieriche massime sono pari a 1–1,5 μg/ml dopo circa 2,0–2,5 ore dopo la somministrazione, e questi valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute. Le caratteristiche farmacocinetiche non si modificano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi comprese tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è lineare sia dopo la somministrazione orale che dopo quella per via endovenosa. La biodisponibilità assoluta delle compresse è del 77% circa. L’assunzione concomitante di cibo non influenza l’AUC, la massima concentrazione sierica e quindi la biodisponibilità. Solo la variabilità del lag time aumenta con l’assunzione concomitante di cibo.
Distribuzione
Il legame del pantoprazolo con le proteine sieriche è del 98% circa. Il volume della distribuzione è di circa 0,15 l/kg.
Eliminazione
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La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente a livello epatico. La via metabolica principale è la demetilazione tramite CYP2C19 con successiva coniugazione con solfato; le altre vie metaboliche includono l’ossidazione tramite CYP3A4. L’emivita terminale è di circa un’ora e la clearance è di circa 0,1 l/ora/kg. Si sono verificati rari casi di eliminazione ritardata. A causa del legame specifico del pantoprazolo con le pompe protoniche delle cellule parietali, l’emivita di eliminazione non è associata ad una azione di durata molto più lunga (inibizione della secrezione acida).
L’eliminazione renale rappresenta la via di escrezione principale (circa l'80%) per i metaboliti del pantoprazolo, la parte restante viene escreta con le feci. Il metabolita principale sia nel siero sia nelle urine è il desmetilpantoprazolo che è coniugato con il solfato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 h) non è maggiore di quella del pantoprazolo.
Caratteristiche in pazienti/gruppi particolari
Insufficienza renale ed epatica
Non è raccomandata alcuna riduzione della dose quando il pantoprazolo viene somministrato in pazienti con insufficienza renale (inclusi pazienti in dialisi). Come osservato nei soggetti sani, l’emivita del pantoprazolo è breve. Solo quantità molto piccole di pantoprazolo sono dializzate. Anche se il metabolita principale ha un’emivita moderatamente ritardata (2–3 ore), l’escrezione è comunque rapida e quindi non si verifica accumulo.
Anche se nei pazienti con cirrosi epatica (classi A e B secondo Child ), i valori di emivita aumentano fino a 3 – 6 ore e i valori di AUC aumentano di un fattore pari a 3–5, la massima concentrazione sierica aumenta solo lievemente di un fattore di 1,3 rispetto a quella dei soggetti sani.
Anziani
Il lieve aumento dell’AUC e della Cmax riscontrato in un gruppo di volontari anziani rispetto al gruppo dei più giovani è anch’esso clinicamente non rilevante.
Caratteristiche in pazienti/gruppi particolari
Circa il 3% della popolazione europea presenta una mancanza di funzionalità dell’enzima CYP2C19 e sono chiamati metabolizzatori lenti. In questi individui è probabile che il metabolismo del pantoprazolo sia catalizzato principalmente dal CYP3A4. Dopo una singola somministrazione di pantoprazolo 40 mg, l’area media sotto la curva concentrazione plasmatica–tempo è stata di circa 6 volte più elevata nei lenti metabolizzatori che nei soggetti che hanno un enzima CYP2C19 funzionante (rapidi metabolizzatori). Il picco medio delle concentrazioni plasmatiche era aumentato di circa il 60%. Queste evidenze non hanno implicazioni sulla posologia di pantoprazolo.
Popolazione pediatrica
In seguito alla somministrazione di singole dosi orali di 20 o 40 mg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 5 e 16 anni, i valori di AUC e Cmax sono risultati nell’intervallo dei corrispondenti valori degli adulti.
A seguito della somministrazione di singole dosi ev di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 2 e 16 anni non si è rilevata alcuna associazione significativa tra la clearance del pantoprazolo e l’età o il peso. L’AUC e il volume di distribuzione erano in accordo con i dati rilevati per gli adulti.
5.3 dati preclinici di sicurezza
I dati preclinici non hanno evidenziato rischi particolari per l’uomo sulla base di studi
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convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute e genotossicità.
Nell'ambito di studi di carcinogenesi a due anni condotti nei ratti, sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre sono stati trovati papilloma a cellule squamose nella parte anteriore dello stomaco dei ratti. Il meccanismo con cui i derivati benzimidazolici causano la formazione di carcinoidi gastrici è stato oggetto di studi approfonditi, sulla base dei quali si può concludere che si tratta di una reazione secondaria agli elevati livelli sierici di gastrina che si manifestano nei ratti durante il trattamento cronico con alte dosi.
Nell’ambito degli studi a due anni condotti su roditori, è stato osservato un aumento del numero di tumori del fegato nei ratti e nelle femmine di topo e ciò fu attribuito alla elevata metabolizzazione di pantoprazolo nel fegato.
È stato osservato un lieve aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide nel gruppo di ratti che ricevevano la dose più elevata (200 mg/kg). La comparsa di queste neoplasie è associata alle modifiche indotte dal pantoprazolo nella degradazione della tirossina nel fegato dei ratti. Poiché la dose terapeutica nell’uomo è bassa, non sono previsti effetti indesiderati a carico delle ghiandole tiroidee.
Negli studi di riproduzione animali, si sono riscontrati segni di lieve fetotossicità a dosi superiori a 5 mg/kg.
Gli studi effettuati non hanno dimostrato alcuna compromissione della fertilità né effetti teratogeni. Il passaggio transplacentare è stato studiato nel ratto e aumenta con il progredire della gestazione. Conseguentemente, la concentrazione di pantoprazolo nel feto aumenta subito prima della nascita.
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Nucleo della compressa
Mannitolo
Crospovidone (tipo B)
Sodio carbonato anidro
Sorbitolo (E420)
Calcio stearato
Rivestimento
Ipromellosa
Povidone (K25)
Titanio diossido (E171)
Ferro ossido giallo (E172)
Glicole propilenico
Acido metacrilico – copolimero etilacrilato
Sodiolaurilsolfato
Polisorbato 80
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Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
Macrogol 6000
Talco
6.2 incompatibilità
Non pertinente.
6.3 periodo di validità
5 anni.
Contenitore in HDPE :
Dopo la prima apertura del contenitore, il prodotto deve essere usato entro 3 mesi.
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Blister: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Contenitore: tenere il contenitore ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità.
6.5 natura e contenuto del contenitore
Blister (pellicola OPA/Alluminio/PVC film e foglio di alluminio) in una scatola di cartone. Confezioni da 7, 10, 14, 15, 28, 30, 56, 60, 84, 100, 100 × 1, 112 e 140 compresse gastroresistenti.
Contenitore HDPE con un gel di silicio essiccante in un tappo a vite PP sigillante.
Confezioni da 250 compresse gastroresistenti.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento
Nessuna istruzione particolare.
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
KRKA, d.d., Novo mesto, Šmarješka cesta 6, 8501 Novo mesto, Slovenia
8. NUMERO/I DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Blister
AIC n. | 039127016 | 7 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127028 | 14 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127030 | 15 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127042 | 28 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127055 | 30 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127067 | 56 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127079 | 60 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127081 | 84 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
AIC n. | 039127093 | 100 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al |
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AIC n. 039127105
AIC n. 039127117
AIC n. 039127129
100×1 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
112 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
140 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
Contenitore
AIC n. 039127131 250 compresse gastroresistenti in contenitore HDPE
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/
AUTORIZZAZIONE
Data della prima autorizzazione: 15/07/2009
Data del rinnovo più recente: 22/02/2018
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO
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Appryo 40 mg compresse gastroresistenti
2. composizione qualitativa e quantitativa
Ogni compressa gastroresistente contiene 40 mg di pantoprazolo (come pantoprazolo sodico sesquidrato).
Eccipiente con effetto noto:
sorbitolo: 36 mg/compressa:
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. forma farmaceutica
Compressa gastroresistente.
Compressa di colore giallo tendente al marrone chiaro, ovale, leggermente biconvessa.
4. informazioni cliniche
4.1 indicazioni terapeutiche
Adulti ed adolescenti dai 12 anni ed oltre.
– Esofagite da reflusso.
Adulti
– Eradicazione di Helicobacter pylori (H. pylori ) in combinazione con un’ appropriata terapia antibiotica in pazienti con ulcere associate ad H. pylori.
– Ulcera gastrica e duodenale.
– Sindrome di Zollinger-Ellison e altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione.
4.2 posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti e adolescenti di 12 anni ed oltre
Esofagite da reflusso
Una compressa di Appryo al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse al giorno di Appryo) specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento. Per il trattamento dell’esofagite da reflusso è normalmente richiesto un periodo di quattro settimane. Se ciò non fosse sufficiente, la guarigione si ottiene solitamente prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.
Adulti
Eradicazione di H. pylori in combinazione con due antibiotici appropriati
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Nei pazienti positivi a H. pylori affetti da ulcere gastrica e duodenale, l’eradicazione del batterio deve essere effettuata con una terapia combinata. Relativamente alla resistenza batterica ed all’uso appropriato ed alla prescrizione di agenti antibatterici bisogna tenere in considerazione le linee guida locali ufficiali (es. raccomandazioni nazionali). In funzione del tipo di resistenza, si raccomanda l’adozione dei seguenti schemi di terapia per l’eradicazione di H. pylori :
a) Appryo una compressa due volte al giorno
+ amoxicillina 1000 mg due volte al giorno
+ claritromicina 500 mg due volte al giorno
b) Appryo una compressa due volte al giorno
+ metronidazolo 400 – 500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al giorno
+ claritromicina 250 – 500 mg due volte al giorno
c) Appryo una compressa due volte al giorno
+ 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno
+ metronidazolo 400 – 500 mg (o tinidazolo 500 mg di) due volte al giorno
Nella terapia combinata per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori , la seconda compressa di Appryo deve essere assunta un’ora prima della cena. La terapia combinata va generalmente effettuata per 7 giorni e può essere prolungata per altri 7 giorni, fino ad una durata totale di due settimane. Nel caso in cui sia indicato un ulteriore trattamento con pantoprazolo per assicurare la cicatrizzazione dell’ulcera, si deve adottare la dose raccomanda per il trattamento dell’ulcera gastrica e duodenale.
Se non é proponibile la terapia combinata, ad esempio il paziente è risultato negativo ad H. pylori , si applichino le seguenti linee guida per la monoterapia con Appryo:
Trattamento di ulcera gastrica
Una compressa di Appryo al giorno. In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumentata a 2 compresse di Appryo al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento. Per il trattamento dell’ulcera gastrica è normalmente richiesto un periodo di quattro settimane. Se ciò non fosse sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene solitamente prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.
Trattamento di ulcera duodenale
Una compressa di Appryo al giorno.
In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumenta a 2 compresse di Appryo al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento. La cicatrizzazione dell’ulcera duodenale si ottiene generalmente entro 2 settimane. Se un periodo di 2 setimane non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene nella totalità dei casi dopo ulteriori 2 settimane di terapia.
Sindrome di Zollinger –Ellison e altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida
Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger –Ellison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di Appryo 40 mg). In seguito, il dosaggio può essere aumentato o ridotto secondo necessità sulla base di valutazioni strumenali della secrazione acida individuale. Con dosaggi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere suddivisa in due somministrazioni giornaliere. È possibile incrementare temporaneamente la dose giornaliera al di sopra di 160 mg di pantoprazolo ma per periodi non superiori a quanto
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necessario per ottenere un controllo adeguato della secrezione acida.
La durata della terapia nella sindrome di Zollinger – Ellison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida non ha restrizioni e deve essere adattata secondo la necessità cliniche.
Particolari gruppi di pazienti
Pazienti anziani
Nessun aggiustamento del dosaggio è necessario nei pazienti anziani.
Compromissione epatica
Non si deve superare una dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (1 compressa da 20 mg di pantoprazolo) nei pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa. Appryo non deve essere impiegato nel trattamento combinato per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a severa, poichè attualmente non sono disponibili dati sull'efficacia e la sicurezza di Appryo nel trattamento combinato di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).
Danno renale
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale compromessa. Appryo non deve essere utilizzato nel trattamento combinato per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con insufficienza renale, poichè attualmente non sono disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di Appryo nel trattamento combinato di questi pazienti.
Popolazione pediatrica
Bambini al di sotto dei 12 anni di età
L’uso di Appryo non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l'efficacia in questa fascia di età.
Modalità di somministrazione
Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere inghiottite intere 1 ora prima di un pasto con un po' d'acqua
4.3 controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ai derivati benzimidazolici, al sorbitolo o ad uno qualsiasi degli altri eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4.4 avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Compromissione epatica
Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere periodicamente controllati durante la terapia con il pantoprazolo, specialmente nell’uso a lungo termine. In caso di aumento degli enzimi epatici, la terapia deve essere interrotta (vedere paragrafo 4.2).
Terapia combinata
In caso di terapia combinata, deve essere osservato quanto riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei rispettivi medicinali.
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Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
Neoplasia gastrica
La risposta sintomatica al pantoprazolo può mascherare i sintomi della neoplasia gastrica e può ritardare la diagnosi.
In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (es. significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quanto si sospetta o è confermata, la presenza di ulcera gastrica, deve essere esclusa la natura maligna.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato, deve essere considerata una ulteriore indagine.
Co-somministrazione con inibitori della proteasi HIV
Non è raccomandata la co-somministrazione di pantoprazolo con gli inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir, a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.5).
Influenza sull’assorbimento della vitamina B12
Nei pazienti affetti dalla sindrome di Zollinger-Ellison e da altre condizioni patologiche ipersecretoria caratterizzate che richiedono un trattamento a lungo termine, il pantoprazolo, come tutti i farmaci inibenti la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) come conseguenza di ipo- o acloridria.
Questa eventualità deve essere considerata nella terapia a lungo termine in pazienti con ridotte riserve corporee o fattori di rischio per riducono l’assorbimento della vitamina B12 o se vengono osservati i relativi sintomi clinici.
Trattamento a lungo termine
Nel trattamento a lungo termine, specialmente quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri
Il trattamento con Appryo può portare ad un modesto incremento del rischio di infezioni gastrointestinali, causate da batteri come Salmonella e Campylobacter e C. difficile.
Ipomagnesiemia
Nei pazienti trattati con PPI come pantoprazolo per almeno 3 mesi, e nella maggior parte dei casi per un anno, è stata riferita grave ipomagnesiemia. Possono verificarsi gravi manifestazioni di ipomagnesiemia quali affaticamento, tetania, delirio, convulsioni, capogiri e aritmia ventricolare, ma possono iniziare in maniera insidiosa ed essere trascurati. In gran parte dei pazienti colpiti, l’ipomagnesiemia è migliorata dopo l’integrazione di magnesio e l’interruzione del PPI.
Per i pazienti per i quali è previsto un trattamento prolungato o che assumono PPI con digossina o altri medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad es. diuretici), il personale medico deve prendere in considerazione la misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento.
Fratture dell’osso
Gli inibitori della pompa protonica, in particolare se usati a dosi elevate e per lunghi periodi (>1 anno), possono aumentare in misura modesta il rischio di frattura dell’anca, del polso e della colonna, principalmente negli anziani o in presenza di altri fattori di rischio riconosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica possono aumentare il rischio globale di frattura del 10–40%. Parte di questo aumento può essere dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere cure in base alle attuali
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linee guida cliniche e devono assumere un adeguato apporto di vitamina D e calcio.
Lupus cutaneo subacuto eritematoso (SCLE)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati con casi molto rari di SCLE. In caso di lesioni, soprattutto nelle zone della pelle esposte al sole, e se accompagnati da artralgia, il paziente deve prontamente richiedere assistenza medica e il medico deve prendere in considerazione l'interruzione di Appryo. SCLE dopo un precedente trattamento con un inibitore della pompa protonica può aumentare il rischio di SCLE con altri inibitori della pompa protonica.
Interferenza con esami di laboratorio
Un livello aumentato di Cromogranina A (CgA) può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini. Per evitare tale interferenza, il trattamento con Appryo deve essere sospeso per almeno 5 giorni prima delle misurazioni della CgA (vedere paragrafo 5.1). Se i livelli di CgA e di gastrina non sono tornati entro il range di riferimento dopo la misurazione iniziale, occorre ripetere le misurazioni 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con inibitore della pompa protonica.
Sorbitolo
Appryo contiene sorbitolo. I pazienti con problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.
4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Medicinali con farmacocinetica di assorbimento del pH dipendente
A causa della inibizione marcata e di lunga durata della secrezione acida gastrica, pantoprazolo può interferire con l’assorbimento di altri medicinali per i quali il pH gastrico è un fattore determinante sulla disponibilità orale, per es. alcuni antifungini azolici come ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo e altri medicinali come erlotinib.
Inibitori della proteasi HIV
La somministrazione concomitante di pantoprazolo non è raccomandata con inibitori della proteasi HIV per i quali l’assorbimento dipende dal pH acido intragastrico come atazanavir a causa della riduzione significativa della loro biodisponibilità (vedere paragrafo 4.4).
Se la combinazione di inibitori della proteasi HIV con un inibitore della pompa protonica è giudicata inevitabile, è raccomandato uno stretto monitoraggio clinico (per es. carica virale). Non deve essere superata una dose di pantoprazolo di 20 mg al giorno. Potrebbe essere necessario adattare la dose degli inibitori della proteasi HIV.
Anticoagulanti cumarinici (fencoprumone o warfarin)
La somministrazione concomitante di pantoprazolo con warfarin o fencoprumone non ha influenzato la farmacocinetica di warfarin, fencoprumone o INR. Tuttavia, sono stati riportati casi di aumento di INR e tempo di protrombina nei pazienti che hanno ricevuto PPIs e warfarin o fencoprumone in concomitanza.
L’aumento dell’INR e del tempo di protrombina può portare a sanguinamenti anormali e persino alla morte. I pazienti trattati con pantoprazolo e warfarin o fencoprumone potrebbero essere necessariamente monitorati per aumentare l’INR ed il tempo di protrombina.
Metotressato
E’ stato riportato che l’uso concomitante di metotressato ad alte dosi (ad es. 300 mg) e inibitori di pompa protonica in alcuni pazienti aumenta i livelli di metotressato. Pertanto in situazioni in cui il metotressato viene utilizzato ad alte dosi, ad esempio cancro e psoriasi, può
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essere necessario considerare una sospensione temporanea del pantoprazolo.
Altri studi di interazione
Il pantoprazolo viene ampiamente metabolizzato nel fegato attraverso il sistema enzimatico del citocromo P450. La principale via metabolica è la demetilazione tramite CYP2C19; le altre vie metaboliche includono l’ossidazione tramite CYP3A4.
Gli studi di interazione condotti su medicinali anch’essi metabolizzati tramite questi sistemi enzimatici, come carbamazepina, diazepam, glibenclamide, nifedipina, e un contraccettivo orale contenente levonorgestrel e etinilestradiolo non hanno evidenziato interazioni clinicamente significative.
Non può essere esclusa una interazione di pantoprazolo con altri medicinali o composti, che vengono metabolizzati usando lo stesso sistema enzimatico.
I risultati di una vasta serie di studi di interazione dimostrano che il pantoprazolo non influenza il metabolismo di sostanze attive metabolizzate da CYP1A2 (come caffeina, teofillina), da CYP2C9 (come piroxicam, diclofenac, naprossene), da CYP2D6 (come metoprololo), da CYP2E1 (come etanolo) e non interferisce con l’assorbimento della digossina mediato dalle p-glicoproteine.
Non si sono osservate interazioni durante la somministrazione concomitante di antiacidi.
Sono stati condotti anche studi di interazione somministrando pantoprazolo in concomitanza con i relativi antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state evidenziate interazioni clinicamente significative.
Medicinali che inibiscono o inducono CYP2C19:
Gli inibitori di CYP2C19 come la fluvoxamina potrebbero aumentare l'esposizione sistemica del pantoprazolo. Può essere presa in considerazione una riduzione della dose per i pazienti trattati a lungo termine con dosi elevate di pantoprazolo, o quelli con insufficienza epatica. Induttori enzimatici che influenzano CYP2C19 e CYP3A4 come rifampicina ed Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum ) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di PPI metabolizzate attraverso questi sistemi enzimatici.
4.6 fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Una quantità moderata di dati nelle donne in gravidanza (risultati tra 300–1000 gravidanze) non indicano tossicità malformative o feto/neonatali del pantoprazolo.
Gli studi condotti sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso Appryo durante la gravidanza.
Allattamento al seno
Gli studi condotti sugli animali hanno dimostrato l’escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Non ci sono sufficienti informazioni sull’escrezione di pantoprazolo nel latte materno ma è stata riportata escrezione nel latte materno umano. Non può essere escluso il rischio per neonati/infanti. Pertanto, la decisione di interrompere l’allattamento al seno o di interrompere/astenersi dall’assunzione di Appryo deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il neonato e del beneficio della terapia con Appryo per la madre.
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Fertilità
Non c’è stata alcuna evidenza di compromissione della fertilità dopo la somministrazione di pantoprazolo negli studi sugli animali (vedere paragrafo 5.3).
4.7 effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’ uso di macchinari
Il pantoprazolo non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli o utilizzare macchinari.
Si possono manifestare reazioni avverse al farmaco come capogiri e disturbi visivi (vedere paragrafo 4.8). In tali casi, i pazienti non devono guidare veicoli o usare macchinari.
4.8 effetti indesiderati
Ci si può aspettare che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs). Le ADRs più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa 1,1% dei pazienti.
La seguente tabella elenca le reazioni avverse riportate con il pantoprazolo secondo la seguente classificazione di frequenza:
– Molto comune (≥1/10);
– Comune (da ≥1/100 a <1/10);
– Non comune (da ≥1/1000 a <1/100);
– Raro (da ≥1/10000 a <1/1000);
– Molto raro (<1/10000),
– Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base bei dati disponibili).
Per tutte le reazioni avverse osservate nell’esperienza post-marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza di reazione avversa e quindi esse sono indicate con frequenza “non nota”.
All’interno di ogni gruppo, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente.
Elenco tabulare delle reazioni avverse
Tabella 1. Reazioni avverse con il pantoprazolo nelle sperimentazioni cliniche e nella fase post-marketing
Frequenza Classificazione Per sistemi e per organi | Comune | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitopen a, Leucopenia, pancitopenia | |||
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | ||||
Disturbi del metabolismo e della | Iperlipidemia ed aumento dei | Iponatriemia Ipomagnesiemi |
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nutrizione | livelli dei lipidi (trigliceridi, colesterolo), Variazioni di peso | a (vedere paragrafo 4.4 ). Ipocalcemia associata a ipomagnesiemi a; ipopotassiemia | |||
Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e tutti gli aggravamenti) | Disorientament o (e tutti gli aggravamenti) | Allucinazioni, Confusione (soprattutto nei pazienti predisposti, cosi come il peggioramento di questi sintomi in caso di preesistenza) | |
Disturbi del sistema nervoso | Mal di testa; capogiro | Alterazioni del gusto | Parestesia | ||
Patologie oculari | Disturbi nella visione/ visione offuscata | ||||
Patologie gastrointestinali | Polipi della ghiandola fundica (benigni) | Diarrea, nausea / vomito, distensione addominale e gonfiore; Stipsi; secchezza delle fauci; Dolore e disagio addominali | |||
Patologie epatobiliari | Aumento degli enzimi epatici (transaminasi , γ-GT) | Aumento della bilirubina | Lesione epatocellulare, ittero, insufficienza epatocellulare | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea/ esantema/ eruzione, prurito | Orticaria, angioedema | Sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, eritema multiforme, Fotosensibilità; Lupus cutaneo subacuto eritematoso (vedere |
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paragrafo 4.4) | |||||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Frattura dell’anca, del polso o della colonna (vedere paragrafo 4.4 ) | Artralgia, mialgia | Spasmo muscolare come conseguenza di alterazioni elettrolitiche | ||
Patologie renali ed urinarie | Nefrite interstiziale (con possibile progressione verso l'insufficienza renale) | ||||
Patologie dell’apparato produttivo e della mammella | Ginecomastia | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia, affaticamento e malessere | Aumento della temperatura corporea, Edema periferico |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo.
4.9 sovradosaggio
Sintomi
Non sono noti sintomi di sovradosaggio nell’uomo.
L’esposizione sistemica fino a 240 mg somministrati per via endovenosa in due minuti è risultata ben tollerata.
Somministrazione
Poiché il pantoprazolo è ampiamente legato alle proteine, non è prontamente dializzabile.
Non vi sono specifiche raccomandazioni terapeutiche per gli eventuali casi di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, tranne per un trattamento sintomatico e di supporto.
5. proprietà farmacologiche
5.1 proprietà farmacodinamiche
Categoria farmaco-terapeutica: Inibitori della pompa protonica
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Codice ATC: A02BC02
Meccanismo di azione
Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco bloccando specificatamente le pompe protoniche delle cellule parietali.
Il pantoprazolo viene trasformato nella sua forma attiva nell'ambiente acido delle cellule parietali dove inibisce l’enzima H+, K+ ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione dell’acido cloridrico nello stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente ed interessa la secrezione acida sia basale sia stimolata. Nella maggior parte dei pazienti la sintomatologia si risolve entro due settimane. Come con altri inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H2, il trattamento con il pantoprazolo determina una riduzione dell’acidità nello stomaco e quindi un aumento della gastrina proporzionalmente alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all’ enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, esso può inibire la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione con altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è lo stesso dopo somministrazione del prodotto sia per via orale sia endovenosa.
I valori della gastrina a digiuno aumentano durante il trattamento con pantoprazolo. Nell’assunzione a breve termine, nella maggioranza dei casi essi non oltrepassano il normale limite superiore. Durante il trattamento a lungo termine, i livelli di gastrina raddoppiano nella maggior parte dei casi. Un aumento eccessivo, comunque, si verifica solo in casi isolati. Conseguentemente, in una minoranza dei casi di trattamento a lungo termine si è osservato un aumento da lieve a moderato del numero delle cellule endocrine specifiche (ECL) nello stomaco (iperplasia da semplice ad adenomatoide). Tuttavia, sulla base degli studi condotti fino ad ora, nell’uomo non è stata osservata la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici riscontrata nell'ambito degli esperimenti condotti sugli animali (vedere paragrafo 5.3).
Durante il trattamento con medicinali antisecretori, la gastrina sierica aumenta in risposta alla diminuzione della secrezione acida. Anche la CgA aumenta a causa della ridotta acidità gastrica. Il livello aumentato di CgA può interferire con gli esami diagnostici per tumori neuroendocrini.
Le prove disponibili pubblicate suggeriscono che gli inibitori della pompa protonica devono essere sospesi tra i 5 giorni e le 2 settimane prima delle misurazioni della CgA. Questo per consentire ai livelli di CgA, che potrebbero essere falsamente elevati a seguito del trattamento con IPP, di tornare entro il range di riferimento.
Sulla base dei risultati degli studi nell’animale, non si può escludere completamente un’influenza sui parametri endocrini della tiroide di un trattamento con pantoprazolo a lungo termine superiore ad un anno.
5.2 proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente e la concentrazione plasmatica massima si raggiunge già dopo una singola dose orale di 40 mg. In media, le concentrazioni sieriche massime sono pari a 2–3 μg/ ml dopo circa 2,5 ore dopo la somministrazione, e questi valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute.
La caratteristiche farmacocinetiche non si modificano dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi compreso tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è lineare sia dopo la somministrazione orale che dopo quella per via
Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021
Esula dalla competenza dell’AIFA ogni eventuale disputa concernente i diritti di proprietà industriale e la tutela brevettuale dei dati relativi all’AIC dei medicinali e, pertanto, l’Agenzia non può essere ritenuta responsabile in alcun modo di eventuali violazioni da parte del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio (o titolare AIC).
endovenosa.
La biodisponibilità assoluta delle compresse è del 77% circa. L’assunzione concomitante di cibo non influenza l’AUC, la massima concentrazione sierica e quindi la biodisponibilità. Solo la variabilità del lag time aumenta con l’assunzione concomitante di cibo.
Distribuzione
Il legame del pantoprazolo con le proteine sieriche è del 98% circa. Il volume della distribuzione è di circa 0,15 l/kg.
Eliminazione
La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente a livello epatico. La via metabolica principale è la demetilazione tramite CYP2C19 con successiva coniugazione con solfato; le altre vie metaboliche includono l’ossidazione tramite CYP3A4. L’emivita terminale è di circa un’ora e la clearance è di circa 0,1 l/ora/kg. Si sono verificati rari casi di eliminazione ritardata. A causa del legame specifico del pantoprazolo con le pompe protoniche della cellule parietali, l’emivita di eliminazione non è associata ad una azione di durata molto più lunga (inibizione della secrezione acida).
L’eliminazione renale rappresenta la via di escrezione principale (circa l'80%) per i metaboliti del pantoprazolo, la parte restante viene escreta con le feci. Il metabolita principale nel siero e nelle urine è il demetilpantoprazolo che è coniugato con il solfato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto più lunga di quella del pantoprazolo.
Caratteristiche in pazienti/gruppi particolari
Insufficienza renale ed epatica
Non è raccomandata alcuna riduzione della dose quando il pantoprazolo viene somministrato in pazienti con insufficienza renale (inclusi pazienti in dialisi). Come osservato nei soggetti sani, l’emivita del pantoprazolo è breve. Solo quantità molto piccole di pantoprazolo sono dializzate. Anche se il metabolita principale ha un’emivita moderatamente ritardata (2–3 ore), l’escrezione è comunque rapida e quindi non si verifica accumulo.
Anche se nei pazienti con cirrosi epatica (classi A e B secondo Child ), i valori di emivita aumentano fino a 7 – 9 ore e i valori di AUC aumentano di un fattore di 5–7, la massima concentrazione sierica aumenta solo modestamente di un fattore di 1,5 rispetto a quella dei soggetti sani.
Anziani
Un lieve aumento dell’AUC e della Cmax riscontrato in un gruppo di volontari anziani rispetto al gruppo dei più giovani è anch’esso clinicamente non rilevante.
Altri gruppi particolari
Circa il 3% della popolazione europea presenta una mancanza dell’enzima funzionale CYP2C19 e sono chiamati “metabolizzatori lenti”. In queste persone, il metabolismo del pantoprazolo è probabilmente catalizzato principalmente da CYP3A4. Dopo la somministrazione di una singola dose di pantoprazolo 40 mg, l’area media sotto la curva concentrazione plasmatica/tempo è risultata sei volte più elevata nei metabolizzatori lenti che nei soggetti che hanno un enzima CYP2C19 funzionante (metabolizzatori rapidi). Il picco medio delle concentrazioni plasmatiche era aumentato di circa il 60%. Queste evidenze non hanno implicazioni sulla posologia di pantoprazolo.
Popolazione pediatrica
In seguito alla somministrazione di singole dosi orali di 20 o 40 mg di pantoprazolo a bambini
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di età compresa tra 5 e 16 anni, i valori di AUC e Cmax sono risultati nell’intervallo dei corrispondenti valori degli adulti.
A seguito della somministrazione di singole dosi ev di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo a bambini di età compresa tra 2 e 16 anni non si è rilevata alcuna associazione significativa tra la clearance del pantoprazolo e l’età o il peso. L’AUC e il volume di distribuzione erano in accordo con i dati rilevati per gli adulti.
5.3 dati preclinici di sicurezza
I dati preclinici non hanno evidenziato rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute e genotossicità.
Nell'ambito di studi di carcinogenesi a due anni condotti nei ratti, sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre, sono stati trovati papilloma a cellule squamose nella parte anteriore dello stomaco dei ratti. Il meccanismo con cui i derivati benzimidazolici causano la formazione di carcinoidi gastrici è stato oggetto di studi approfonditi, sulla base dei quali si può concludere che si tratta di una reazione secondaria agli elevati livelli sierici di gastrina che si manifestano nei ratti durante il trattamento cronico con alte dosi. Nell’ambito degli studi a due anni condotti su roditori, è stato osservato un aumento del numero di tumori del fegato nei ratti e nelle femmine di topo e ciò fu attribuito alla elevata metabolizzazione di pantoprazolo nel fegato.
È stato osservato un lieve aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide nel gruppo di ratti che ricevevano la dose più elevata (200 mg/kg). La comparsa di queste neoplasie è associata alle modifiche indotte dal pantoprazolo nella degradazione della tirossina nel fegato dei ratti. Poiché la dose terapeutica nell’uomo è bassa, non sono previsti effetti indesiderati a carico delle ghiandole tiroidee.
Negli studi di riproduzione animali, si sono riscontrati segni di lieve fetotossicità a dosi superiori a 5 mg/kg.
Gli studi non hanno dimostrato alcuna compromissione della fertilità né effetti teratogeni. Il passaggio transplacentare è stato studiato nel ratto e aumenta con il progredire della gestazione. Conseguentemente, la concentrazione di pantoprazolo nel feto aumenta subito prima della nascita.
6. informazioni farmaceutiche
6.1 elenco degli eccipienti
Nucleo della compressa
Mannitolo
Crospovidone (tipo B)
Sodio carbonato anidro
Sorbitolo (E420)
Calcio stearato
Rivestimento
Ipromellosa
Povidone (K25)
Titanio diossido (E171)
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Ferro ossido giallo (E172)
Glicole propilenico
Acido metacrilico – copolimero etilacrilato
Sodiolaurilsolfato
Polisorbato 80
Macrogol 6000
Talco
6.2 incompatibilità
Non pertinente.
6.3 periodo di validità
5 anni.
Contenitore in HDPE :
Dopo la prima apertura del contenitore, il prodotto deve essere usato entro 3 mesi.
6.4 precauzioni particolari per la conservazione
Blister: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Contenitore: tenere il contenitore ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità.
6.5 natura e contenuto del contenitore
Blister (pellicola OPA/Alluminio/PVC film e foglio di alluminio) in una scatola di cartone.
Confezioni da 7, 10, 14, 15, 28, 30, 56, 60, 84, 100, 100 × 1, 112 e 140 compresse gastroresistenti.
Contenitore HDPE con un gel di silicio essiccante in un tappo a vite PP sigillante.
Confezioni da 250 compresse gastroresistenti.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento
Nessuna istruzione particolare.
7. titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
KRKA, d.d., Novo mesto, Šmarješka cesta 6, 8501 Novo mesto, Slovenia
8. NUMERO/I DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Blister
AIC n. 039127156
AIC n. 039127168
AIC n. 039127170
AIC n. 039127182
7 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
14 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
15 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
28 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021
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AIC n. 039127194
AIC n. 039127206
AIC n. 039127218
AIC n. 039127220
AIC n. 039127232
AIC n. 039127244
AIC n. 039127257
AIC n. 039127269
Contenitore
AIC n. 039127143
30 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
56 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
60 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
84 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
100 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al 100×1 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al 112 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al
140 compresse gastroresistenti in blister OPA/Al/PVC/Al 250 compresse gastroresistenti in contenitore HDPE
9. data della prima autorizzazione/ rinnovo dell autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 15/07/2009
Data del rinnovo più recente: 22/02/2018