La penicillamina è un farmaco appartenente al gruppo ATC M01CC01, utilizzato principalmente per il trattamento della malattia di Wilson e della sclerodermia. La sua azione principale consiste nella chelazione dei metalli pesanti, come il rame, presente in eccesso nell'organismo dei pazienti affetti da queste patologie.
In Italia, la penicillamina è disponibile in forma di compresse da 125 mg e 250 mg. Secondo le statistiche, nel 2019 sono state prescritte circa 10.000 confezioni di penicillamina in Italia.
La somministrazione della penicillamina deve essere effettuata sotto stretto controllo medico, poiché può causare effetti collaterali anche gravi. Tra i più comuni si segnalano disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), eruzioni cutanee e reazioni allergiche.
Inoltre, la penicillamina può interferire con l'assorbimento di altri farmaci assunti contemporaneamente e può aumentare il rischio di emorragie. Per questo motivo è importante che il paziente informi sempre il medico curante su tutti i farmaci che sta assumendo.
La terapia con penicillamina richiede un monitoraggio costante dei livelli ematici del rame e dell'effetto terapeutico del farmaco. In alcuni casi potrebbe essere necessario modificare la posologia o interrompere temporaneamente la terapia per evitare complicanze.
In conclusione, la penicillamina rappresenta un importante strumento terapeutico per alcune patologie rare ma gravi. Tuttavia, la sua somministrazione richiede attenzione e monitoraggio costante da parte del medico curante per evitare effetti collaterali indesiderati.