Il gruppo ATC A07AA11 comprende la rifaximina, un antibiotico non assorbito dal tratto gastrointestinale. La sua azione si concentra infatti sulle infezioni intestinali, in particolare sulla diarrea causata da batteri come Escherichia coli e Salmonella.
In Italia, la rifaximina è stata utilizzata soprattutto per il trattamento della sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e della colite ulcerosa. Secondo le statistiche, il 10-15% della popolazione italiana soffre di IBS, una patologia cronica che provoca dolori addominali e disturbi intestinali.
La rifaximina agisce riducendo la quantità di batteri presenti nell'intestino e migliorando la funzionalità del sistema immunitario locale. In questo modo, si riducono i sintomi dell'IBS come la diarrea o la stitichezza.
La rifaximina è stata anche utilizzata per il trattamento delle encefalopatie epatiche (HE), una complicanza comune nei pazienti con cirrosi epatica. In questo caso, l'antibiotico agisce riducendo i livelli di ammonio nel sangue e migliorando le funzioni cognitive dei pazienti.
La somministrazione della rifaximina avviene generalmente per via orale sotto forma di compresse o capsule. La dose consigliata varia a seconda della patologia da trattare e delle condizioni del paziente.
Come ogni farmaco, anche la rifaximina può causare effetti collaterali come nausea, vomito o mal di testa. Tuttavia, questi sono generalmente lievi e transitori.
In conclusione, la rifaximina rappresenta un'opzione terapeutica importante per il trattamento di diverse patologie intestinali. Grazie alla sua azione selettiva sui batteri intestinali, l'antibiotico ha dimostrato di essere efficace nel migliorare i sintomi dell'IBS e delle encefalopatie epatiche.