Le sostanze modificatrici dei lipidi, associazioni, rappresentano una categoria di farmaci utilizzati per il trattamento delle dislipidemie, ovvero alterazioni del profilo lipidico nel sangue che possono aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. In Italia, le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e secondo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel 2019 hanno causato circa il 30% dei decessi totali.
Queste sostanze agiscono sui livelli ematici di colesterolo e trigliceridi, con l'obiettivo di ridurre i valori elevati e prevenire o ritardare lo sviluppo dell'aterosclerosi e delle sue complicanze. Le associazioni tra diversi farmaci modificatori dei lipidi permettono un approccio terapeutico più efficace ed efficiente rispetto all'utilizzo di un singolo principio attivo.
Tra le sostanze modificatrici dei lipidi più comunemente utilizzate in associazione troviamo:
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Statine: sono i farmaci più diffusi per la riduzione del colesterolo LDL (colesterolo "cattivo") nel sangue. Agiscono inibendo l'enzima HMG-CoA reduttasi, responsabile della sintesi del colesterolo endogeno a livello epatico.
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Fibrati: questi farmaci agiscono principalmente sui trigliceridi ematici, riducendone i livelli attraverso diversi meccanismi d'azione come l'aumento della lipolisi e la riduzione della sintesi epatica dei trigliceridi.
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Acido nicotinico (niacina): l'acido nicotinico ha un effetto benefico sia sui livelli di colesterolo LDL che sui trigliceridi, riducendoli entrambi. Inoltre, aumenta i livelli di colesterolo HDL (colesterolo "buono").
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Ezetimibe: questo farmaco agisce inibendo l'assorbimento del colesterolo a livello intestinale, riducendo così i livelli ematici di colesterolo LDL.
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Inibitori della PCSK9: si tratta di una classe relativamente nuova di farmaci che agiscono inibendo la proteina PCSK9, responsabile della degradazione dei recettori del colesterolo LDL a livello epatico. In questo modo, aumentano il numero di recettori disponibili per eliminare il colesterolo LDL dal sangue.
Le associazioni tra questi farmaci vengono scelte in base alle caratteristiche specifiche del paziente e alla gravità della dislipidemia da trattare. Ad esempio, un'associazione comune è quella tra statine ed ezetimibe per ottenere una riduzione più marcata dei livelli di colesterolo LDL rispetto all'utilizzo delle statine da sole.
Un altro esempio è l'associazione tra statine e fibrati nei pazienti con elevati livelli sia di colesterolo LDL che di trigliceridi ematici. Tuttavia, questa combinazione deve essere utilizzata con cautela a causa del potenziale aumento del rischio di miopatia e rabdomiolisi.
La terapia combinata può essere utile anche nei pazienti che non tollerano adeguatamente le statine a dosi elevate, permettendo di raggiungere gli obiettivi terapeutici con dosi più basse e riducendo gli effetti collaterali.
La scelta della combinazione di farmaci modificatori dei lipidi deve essere attentamente valutata dal medico, tenendo conto delle caratteristiche del paziente, delle controindicazioni e degli eventuali effetti collaterali. Inoltre, è fondamentale monitorare periodicamente i livelli ematici dei lipidi per verificare l'efficacia della terapia e apportare eventuali modifiche al trattamento.
In conclusione, le sostanze modificatrici dei lipidi in associazione rappresentano un'opzione terapeutica importante per il trattamento delle dislipidemie e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. La loro prescrizione deve essere personalizzata in base alle esigenze del paziente e sempre accompagnata da un adeguato stile di vita, che comprenda una dieta equilibrata e l'esercizio fisico regolare.