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Farmaci contenenti principio attivo Sodio iodoippurato (123I) ()

Il sodio iodoippurato (123I) è un radiofarmaco diagnostico utilizzato principalmente per la valutazione della funzionalità renale e delle patologie associate. Il composto è caratterizzato dalla presenza dell'isotopo radioattivo dello iodio, 123I, che emette radiazioni gamma facilmente rilevabili dai dispositivi di imaging nucleare.

La molecola del sodio iodoippurato (123I) si lega selettivamente alle proteine plasmatiche e viene filtrata dai glomeruli renali. Successivamente, viene re-assorbita dal tubulo prossimale e accumulata nel parenchima renale. La sua distribuzione all'interno del rene permette di ottenere immagini dettagliate della struttura e delle funzioni renali attraverso tecniche di scintigrafia.

In Italia, il sodio iodoippurato (123I) è utilizzato in ambito clinico per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie renali. Le statistiche italiane mostrano una prevalenza significativa di patologie renali croniche nella popolazione adulta, con un tasso stimato intorno al 10%. Questo rende particolarmente importante l'impiego di metodi diagnostici accurati come la scintigrafia con sodio iodoippurato (123I).

La somministrazione del sodio iodoippurato (123I) avviene per via endovenosa, seguita dall'acquisizione delle immagini scintigrafiche a intervalli prestabiliti. Il paziente viene posizionato supino sotto una gamma camera che rileva le radiazioni emesse dal radiofarmaco. Le immagini ottenute permettono di valutare la perfusione renale, la funzione tubulare e l'efficienza della escrezione urinaria.

Il sodio iodoippurato (123I) è impiegato nella diagnosi differenziale tra insufficienza renale acuta e cronica, nella valutazione della funzionalità renale in pazienti con trapianto di rene e nel monitoraggio del decorso delle malattie renali. Inoltre, può essere utilizzato per identificare anomalie anatomiche o funzionali dei reni, come ostruzioni delle vie urinarie, idronefrosi o reflusso vescico-ureterale.

Uno dei vantaggi dell'utilizzo del sodio iodoippurato (123I) rispetto ad altri radiofarmaci è la sua bassa tossicità e il ridotto rischio di effetti collaterali. La dose di radiazioni somministrata al paziente è generalmente inferiore a quella associata ad altre tecniche di imaging nucleare, come la tomografia computerizzata (TC). Tuttavia, il sodio iodoippurato (123I) è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento a causa del potenziale rischio per il feto o il neonato.

Nonostante l'ampio impiego del sodio iodoippurato (123I) nella pratica clinica italiana, sono disponibili pochi dati riguardanti le statistiche sull'utilizzo specifico di questo radiofarmaco nel nostro Paese. Tuttavia, si stima che la scintigrafia renale con sodio iodoippurato (123I) rappresenti una quota significativa delle indagini di imaging nucleare effettuate in Italia, soprattutto nelle regioni con una maggiore prevalenza di patologie renali.

In conclusione, il sodio iodoippurato (123I) è un radiofarmaco diagnostico efficace e sicuro per la valutazione della funzionalità renale e delle patologie associate. Il suo impiego nella pratica clinica italiana è ampiamente diffuso e contribuisce al miglioramento della diagnosi e del monitoraggio delle malattie renali nel nostro Paese.

Farmaci contenenti principio attivo Sodio iodoippurato (123I) ()