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Farmaci contenenti principio attivo SODIO FLUORURO (18F) ()

Il sodio fluoro (18F) è un radiofarmaco utilizzato nella diagnostica per immagini, in particolare nella tomografia ad emissione di positroni (PET). La PET è una tecnica di imaging non invasiva che permette la visualizzazione e la quantificazione della distribuzione dei radiofarmaci nel corpo umano. Il sodio fluoro (18F) è impiegato principalmente per l'identificazione e la valutazione delle metastasi ossee nei pazienti affetti da tumori.

Il sodio fluoro (18F) è un isotopo radioattivo del fluoro, con un tempo di dimezzamento di circa 110 minuti. Questa breve emivita consente l'utilizzo del radiofarmaco in ambito clinico senza causare danni significativi al paziente a causa dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Il meccanismo d'azione del sodio fluoro (18F) si basa sulla sua capacità di legarsi selettivamente all'idrossiapatite, il principale componente minerale delle ossa. In presenza di lesioni ossee o metastasi, si verifica un aumento dell'attività osteoblastica e osteoclastica che porta a una maggiore incorporazione del radiofarmaco nell'osso interessato. Attraverso l'utilizzo della PET, è possibile rilevare queste aree di iperaccumulo del sodio fluoro (18F), permettendo così una diagnosi precoce e accurata delle lesioni ossee.

In Italia, il sodio fluoro (18F) viene prodotto da centri specializzati in medicina nucleare e distribuito ai vari ospedali e cliniche che dispongono della tecnologia PET. Non sono disponibili statistiche specifiche sull'utilizzo del sodio fluoro (18F) in Italia, tuttavia, si stima che la PET sia impiegata in oltre 60.000 esami all'anno nel nostro Paese.

Il sodio fluoro (18F) presenta numerosi vantaggi rispetto ad altre tecniche di imaging per la valutazione delle metastasi ossee, come la scintigrafia ossea con tecnzio-99m. Tra questi vantaggi vi sono una maggiore sensibilità e specificità nella rilevazione delle lesioni, una minore dose di radiazioni somministrata al paziente e tempi di acquisizione delle immagini più rapidi.

Tuttavia, l'utilizzo del sodio fluoro (18F) presenta anche alcune limitazioni. Ad esempio, il radiofarmaco può accumularsi anche in aree di iperattività osteoblastica non tumorale, come nelle fratture recenti o nelle malattie infiammatorie dell'osso. Inoltre, a causa della sua breve emivita e della necessità di disporre di un ciclotrone per la sua produzione, il sodio fluoro (18F) può essere meno accessibile rispetto ad altri radiofarmaci utilizzati nella scintigrafia ossea.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali del sodio fluoro (18F), essi sono generalmente lievi e transitori. I pazienti possono manifestare reazioni allergiche al radiofarmaco o alle sostanze utilizzate per la sua somministrazione; tuttavia, tali reazioni sono rare e solitamente ben tollerate.

In conclusione, il sodio fluoro (18F) è un radiofarmaco di grande utilità nella diagnostica delle metastasi ossee, grazie alla sua elevata sensibilità e specificità. Il suo impiego nella PET consente una diagnosi precoce e accurata delle lesioni ossee, migliorando la prognosi e la qualità della vita dei pazienti affetti da tumori. Nonostante alcune limitazioni legate alla sua disponibilità e alla possibile presenza di falsi positivi, il sodio fluoro (18F) rappresenta un importante strumento nella valutazione delle metastasi ossee in ambito clinico.

Farmaci contenenti principio attivo SODIO FLUORURO (18F) ()