Il Rucaparib è un principio attivo utilizzato per il trattamento di alcuni tipi di tumori, in particolare quelli a carico delle ovaie, delle tube di Falloppio e del peritoneo. Questo farmaco appartiene alla classe dei cosiddetti inibitori delle poli(ADP-ribosio) polimerasi (PARP), enzimi coinvolti nei processi di riparazione del DNA all'interno delle cellule.
Il Rucaparib agisce bloccando l'attività delle PARP, il che porta a un accumulo di danni al DNA nelle cellule tumorali. Poiché queste cellule sono incapaci di riparare tali danneggiamenti, finiscono per morire. In questo modo, il farmaco contribuisce a rallentare o arrestare la crescita del tumore.
In Italia, il Rucaparib è commercializzato con il nome di Rubraca® ed è indicato per il trattamento dei tumori epiteliali dell'ovaio, della tuba di Falloppio e del peritoneo primario in fase avanzata. Il suo impiego è riservato alle pazienti che hanno già ricevuto almeno due precedenti linee di chemioterapia e che presentano mutazioni germline o somatiche nel gene BRCA1/2.
Le mutazioni nei geni BRCA1/2 sono associate a un aumentato rischio di sviluppare tumori dell'ovaio e del seno. Pertanto, l'utilizzo del Rucaparib in pazienti con queste mutazioni può risultare particolarmente efficace nel contrastare la progressione della malattia.
Per quanto riguarda le statistiche italiane, secondo l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ogni anno si registrano circa 5.000 nuovi casi di tumore ovarico nel nostro Paese. Di questi, circa il 15-20% presenta mutazioni nei geni BRCA1/2, rendendo queste pazienti potenzialmente eleggibili al trattamento con Rucaparib.
Il Rucaparib viene somministrato per via orale sotto forma di compresse. La dose raccomandata è di 600 mg due volte al giorno, per un totale giornaliero di 1200 mg. Il trattamento deve essere continuato fino a quando la paziente trae beneficio clinico o fino a quando non si manifestano effetti collaterali inaccettabili.
Gli effetti indesiderati più comuni associati all'uso del Rucaparib includono nausea, stanchezza, vomito, anemia e alterazioni delle funzioni epatiche. In alcuni casi, possono verificarsi anche reazioni avverse più gravi come trombocitopenia (riduzione del numero delle piastrine nel sangue) e neutropenia (diminuzione dei globuli bianchi). Pertanto, durante il trattamento con questo farmaco è importante monitorare regolarmente i parametri ematologici e le funzioni epatiche della paziente.
Prima dell'inizio della terapia con Rucaparib è necessario effettuare un test genetico per identificare la presenza di mutazioni nei geni BRCA1/2. Inoltre, il farmaco è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nelle compresse.
Il Rucaparib rappresenta una valida opzione terapeutica per le pazienti affette da tumori epiteliali dell'ovaio, delle tube di Falloppio e del peritoneo primario in fase avanzata e con mutazioni nei geni BRCA1/2. Grazie al suo meccanismo d'azione mirato, questo farmaco offre un approccio innovativo nel trattamento di queste neoplasie, contribuendo a migliorare la prognosi e la qualità di vita delle pazienti.