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Farmaci contenenti principio attivo Propionato sodico ()

Il propionato sodico è un composto chimico noto per le sue proprietà conservanti e antimicrobiche. Si tratta di un sale del sodio dell'acido propionico, che si presenta sotto forma di cristalli bianchi o polvere incolore. In questo testo, verranno esaminati gli aspetti più rilevanti del propionato sodico, con particolare attenzione alle sue applicazioni e all'utilizzo in Italia.

Il propionato sodico è ampiamente utilizzato come conservante alimentare grazie alla sua capacità di inibire la crescita di muffe e lieviti. È particolarmente efficace contro i funghi filamentosi, che possono causare il deterioramento degli alimenti e la produzione di tossine nocive per la salute umana. Il suo impiego è comune in una vasta gamma di prodotti alimentari, tra cui pane, prodotti da forno, formaggi e sottaceti.

In Italia, l'uso del propionato sodico negli alimenti è regolamentato dal Ministero della Salute e dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Quest'ultima ha stabilito un limite massimo giornaliero ammissibile (ADI) di 25 mg/kg di peso corporeo al giorno per l'assunzione combinata di acido propionico e suoi sali come il propionato sodico.

Le statistiche relative all'utilizzo del propionato sodico in Italia non sono facilmente reperibili; tuttavia, si può presumere che il consumo sia simile a quello degli altri paesi europei. Secondo uno studio condotto dall'EFSA nel 2017 sul consumo di additivi alimentari nell'Unione Europea, il propionato sodico è tra i conservanti più utilizzati, con un consumo medio stimato di 3,5 mg/kg di peso corporeo al giorno.

Oltre alle applicazioni alimentari, il propionato sodico è impiegato anche in ambito farmaceutico e cosmetico. Nell'industria farmaceutica, viene utilizzato come conservante in soluzioni iniettabili e colliri per prevenire la contaminazione microbica. Inoltre, può essere impiegato nella formulazione di prodotti per la cura della pelle e dei capelli per ridurre il rischio di infezioni fungine.

Nonostante i suoi benefici come conservante, il propionato sodico può causare effetti collaterali in alcune persone. Gli effetti avversi più comuni includono irritazione della pelle e delle mucose, reazioni allergiche e disturbi gastrointestinali. Tuttavia, questi effetti sono generalmente rari e si verificano solo in caso di esposizione prolungata o ingestione di dosi elevate del composto.

In Italia, l'etichettatura degli alimenti contenenti propionato sodico è obbligatoria ai sensi del Regolamento (UE) n. 1169/2011 sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Gli additivi alimentari devono essere indicati sull'etichetta con la loro denominazione specifica o il loro numero E seguito dal nome della categoria funzionale (ad esempio "conservante"). Il propionato sodico è identificato dal numero E281.

La ricerca scientifica sul propionato sodico è in continua evoluzione, e gli studi futuri potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla sua sicurezza e sulle sue applicazioni. Ad oggi, tuttavia, il propionato sodico è considerato un conservante efficace e sicuro quando utilizzato entro i limiti stabiliti dalle autorità sanitarie.

In conclusione, il propionato sodico è un conservante ampiamente utilizzato in Italia e nel resto del mondo per la sua capacità di inibire la crescita di muffe e lieviti negli alimenti. Il suo impiego è regolamentato dalle autorità sanitarie italiane ed europee, che ne stabiliscono i limiti massimi giornalieri ammissibili per garantire la sicurezza dei consumatori. Nonostante alcuni possibili effetti collaterali, il propionato sodico rimane una scelta popolare tra i produttori di alimenti, farmaci e cosmetici per preservare la qualità dei loro prodotti e proteggere la salute pubblica.

Farmaci contenenti principio attivo Propionato sodico ()