L'ormone paratiroideo (PTH) è un peptide prodotto e rilasciato dalle ghiandole paratiroidi, situate nella regione del collo vicino alla tiroide. Questo ormone svolge un ruolo cruciale nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosfato nel corpo umano. La sua funzione principale è quella di mantenere i livelli di calcio nel sangue entro limiti fisiologici, garantendo così il corretto funzionamento di vari sistemi corporei come il sistema nervoso, muscolare e scheletrico.
La PTH agisce principalmente su tre organi bersaglio: l'osso, il rene e l'intestino. Nell'osso, stimola il rilascio di calcio e fosfato attraverso l'attivazione degli osteoclasti, le cellule responsabili della degradazione ossea. Nei reni, promuove la riassorbimento tubulare di calcio e l'escrezione di fosfato. Infine, nell'intestino aumenta indirettamente l'assorbimento di calcio attraverso la produzione attiva della forma della vitamina D.
In Italia, come in altri paesi occidentali, le malattie correlate all'ormone paratiroideo sono piuttosto comuni. Tra queste si annoverano l'iperparatiroidismo primario (un'eccessiva produzione di PTH), l'iperparatiroidismo secondario (una risposta compensatoria a bassi livelli ematici di calcio) e l'ipercalcemia (un'elevata concentrazione sierica di calcio). Queste condizioni possono portare a una serie di complicanze, tra cui osteoporosi, calcoli renali e disturbi neuromuscolari.
L'iperparatiroidismo primario è la forma più comune di iperparatiroidismo e colpisce circa 1-2 persone ogni 1000 nella popolazione generale. In Italia, si stima che l'incidenza annuale sia di circa 27 casi per 100.000 abitanti. Le donne sono più frequentemente colpite rispetto agli uomini, con un rapporto di circa 3:1. L'età media alla diagnosi è intorno ai 55 anni.
La diagnosi dell'iperparatiroidismo primario si basa sulla misurazione dei livelli sierici di calcio e PTH. Se entrambi i valori risultano elevati, è necessario eseguire ulteriori indagini per determinare la causa dell'eccessiva produzione di ormone paratiroideo. Tra queste indagini vi sono l'ecografia del collo e la scintigrafia delle paratiroidi.
Il trattamento dell'iperparatiroidismo primario dipende dalla gravità della malattia e dalle condizioni cliniche del paziente. Nei casi lievi o asintomatici, può essere sufficiente un monitoraggio periodico dei livelli ematici di calcio e PTH, associato a misure conservative come una dieta adeguata e l'integrazione con vitamina D in caso di carenza. Nei casi più gravi o sintomatici, tuttavia, può essere necessaria la rimozione chirurgica della ghiandola paratiroidea responsabile della produzione eccessiva di ormone (paratiroidectomia).
L'iperparatiroidismo secondario, invece, è una condizione più complessa che si verifica in risposta a bassi livelli ematici di calcio, spesso causati da malattie renali croniche o da carenza di vitamina D. Il trattamento in questo caso mira a correggere l'alterazione sottostante e può includere l'integrazione con calcio e vitamina D, nonché farmaci specifici come i calcimimetici.
In conclusione, l'ormone paratiroideo è un fattore chiave nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosfato nel corpo umano. Le patologie correlate all'ormone paratiroideo sono comuni in Italia e richiedono un approccio diagnostico e terapeutico accurato per garantire il benessere dei pazienti affetti. La conoscenza delle funzioni dell'ormone paratiroideo e delle sue implicazioni cliniche è fondamentale per i professionisti della salute coinvolti nella gestione di queste condizioni.