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Farmaci contenenti principio attivo Macrolidi ()

I macrolidi rappresentano una classe di antibiotici molto utilizzata in Italia e nel mondo per il trattamento di diverse infezioni batteriche. Questi farmaci sono caratterizzati da una struttura chimica complessa, costituita da un anello macrociclico formato da 14, 15 o 16 atomi di carbonio, a cui si legano vari gruppi funzionali. Tra i macrolidi più conosciuti e impiegati in ambito clinico si annoverano l'eritromicina, la claritromicina e l'azitromicina.

I macrolidi agiscono inibendo la sintesi proteica dei batteri attraverso il legame con la subunità 50S del ribosoma. Questo meccanismo d'azione determina un effetto prevalentemente batteriostatico, ovvero blocca la crescita e la moltiplicazione dei microrganismi senza ucciderli direttamente. Tuttavia, a concentrazioni elevate, alcuni macrolidi possono esercitare anche un'azione battericida.

Il loro spettro d'azione comprende numerosi patogeni Gram-positivi (come Streptococcus pneumoniae e Staphylococcus aureus) e Gram-negativi (come Haemophilus influenzae), oltre a microrganismi atipici quali Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia spp. e Legionella pneumophila. I macrolidi sono particolarmente efficaci nel trattamento delle infezioni delle vie respiratorie superiori ed inferiori (come faringotonsillite, sinusite, bronchite acuta o cronica riacutizzata e polmonite), delle infezioni cutanee e dei tessuti molli, nonché delle infezioni genitali causate da Chlamydia trachomatis.

In Italia, l'uso di macrolidi è piuttosto diffuso. Secondo i dati dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), nel 2019 sono stati consumati circa 5,5 milioni di confezioni di macrolidi, con un costo complessivo per il Servizio Sanitario Nazionale di oltre 38 milioni di euro. L'azitromicina risulta essere il macrolide più prescritto, seguito dalla claritromicina e dall'eritromicina.

Nonostante la loro efficacia terapeutica, l'impiego indiscriminato dei macrolidi ha contribuito all'emergere di ceppi batterici resistenti a questi farmaci. In particolare, la resistenza all'eritromicina è aumentata significativamente negli ultimi anni in Italia: secondo i dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), nel 2018 la percentuale di isolati di Streptococcus pneumoniae resistenti all'eritromicina era pari al 25%, mentre nel caso degli Staphylococcus aureus meticillino-resistenti (MRSA) tale percentuale raggiungeva il 60%.

Per ridurre il rischio di sviluppo della resistenza batterica ai macrolidi è fondamentale promuovere un uso appropriato degli antibiotici. In tal senso, si raccomanda ai medici prescrittori una diagnosi accurata delle infezioni batteriche e una scelta mirata del farmaco sulla base dello spettro d'azione, della gravità dell'infezione e delle eventuali allergie del paziente. Inoltre, è importante seguire le linee guida nazionali e internazionali per il trattamento delle infezioni batteriche e aggiornare periodicamente le proprie conoscenze sulle resistenze antibiotiche.

I macrolidi sono generalmente ben tollerati dai pazienti, ma possono causare alcuni effetti collaterali quali disturbi gastrointestinali (diarrea, nausea, vomito), reazioni allergiche cutanee e alterazioni dell'udito. Inoltre, alcuni macrolidi (come l'eritromicina) possono interagire con altri farmaci metabolizzati dal fegato attraverso il sistema enzimatico del citocromo P450 3A4, aumentandone i livelli plasmatici e il rischio di tossicità.

In conclusione, i macrolidi rappresentano una classe di antibiotici molto utilizzata in Italia per il trattamento di diverse infezioni batteriche. Tuttavia, l'uso appropriato di questi farmaci è fondamentale per contrastare lo sviluppo della resistenza batterica e garantire la loro efficacia terapeutica nel tempo.

Farmaci contenenti principio attivo Macrolidi ()