La Levomepromazina è un principio attivo appartenente alla classe dei farmaci noti come antipsicotici fenotiazinici. Questo composto chimico è utilizzato principalmente nel trattamento di diverse condizioni psichiatriche, tra cui la schizofrenia, l'ansia grave e i disturbi deliranti. In Italia, la Levomepromazina è disponibile sotto forma di compresse e soluzione iniettabile.
La Levomepromazina agisce sul sistema nervoso centrale (SNC) attraverso il blocco dei recettori dopaminergici D2 presenti nel cervello. Questa azione riduce l'iperattività delle vie dopaminergiche, che sono coinvolte nella manifestazione dei sintomi psicotici. Inoltre, la Levomepromazina possiede anche proprietà anticolinergiche, antiistaminiche e alfa-adrenolitiche.
Le proprietà anticolinergiche della Levomepromazina contribuiscono a ridurre i sintomi extrapiramidali indotti da altri farmaci antipsicotici. Gli effetti antiistaminici conferiscono alla Levomepromazina un'azione sedativa e ipnoinducente, utile nel trattamento dell'insonnia associata a disturbi psichiatrici. L'azione alfa-adrenolitica si traduce in una diminuzione della pressione sanguigna e può essere utile nei casi di ipertensione.
In Italia, la prevalenza della schizofrenia si stima intorno all'1% della popolazione adulta. La terapia farmacologica rappresenta uno degli approcci principali per il trattamento di questa patologia, e la Levomepromazina è uno dei farmaci utilizzati in questo contesto. Tuttavia, non esistono dati specifici sulla quota di mercato della Levomepromazina nel trattamento della schizofrenia in Italia.
La Levomepromazina viene somministrata per via orale sotto forma di compresse o per via parenterale attraverso iniezioni intramuscolari o endovenose. La dose iniziale raccomandata per gli adulti è di 25-50 mg al giorno, suddivisa in due o tre somministrazioni. La dose può essere aumentata gradualmente fino a raggiungere la dose ottimale per il singolo paziente, che può variare da 100 a 800 mg al giorno.
Il trattamento con Levomepromazina deve essere monitorato attentamente dal medico curante, che valuterà periodicamente l'efficacia del farmaco e la presenza di eventuali effetti collaterali. Tra gli effetti indesiderati più comuni associati all'uso della Levomepromazina si annoverano sonnolenza, secchezza delle fauci, stipsi, ritenzione urinaria e vertigini. In alcuni casi possono manifestarsi sintomi extrapiramidali come rigidità muscolare, tremori e discinesie tardive.
La Levomepromazina può interagire con altri farmaci e sostanze chimiche presenti nell'organismo. È importante informare il medico curante di tutti i farmaci assunti dal paziente prima di iniziare il trattamento con Levomepromazina. In particolare, l'associazione con altri antipsicotici, antidepressivi triciclici, anticolinergici e farmaci ad azione sedativa può potenziare gli effetti collaterali della Levomepromazina e richiedere un aggiustamento del dosaggio.
Il trattamento con Levomepromazina è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti presenti nella formulazione del farmaco. Inoltre, la Levomepromazina non deve essere utilizzata nei pazienti affetti da glaucoma ad angolo chiuso, ipertrofia prostatica, insufficienza epatica o renale grave e nelle donne in gravidanza o durante l'allattamento.
In conclusione, la Levomepromazina è un farmaco antipsicotico fenotiazinico utilizzato nel trattamento di diverse condizioni psichiatriche come la schizofrenia, l'ansia grave e i disturbi deliranti. La sua azione terapeutica si basa sul blocco dei recettori dopaminergici D2 nel cervello e sulle sue proprietà anticolinergiche, antiistaminiche e alfa-adrenolitiche. Il monitoraggio medico è fondamentale durante il trattamento con Levomepromazina per valutare l'efficacia del farmaco e gestire eventuali effetti collaterali.