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Farmaci contenenti principio attivo Iodio (131I) albumina umana

L'iodio (131I) albumina umana è un radiofarmaco utilizzato in ambito medico per diverse applicazioni diagnostiche e terapeutiche. L'elemento chiave di questo composto è l'isotopo radioattivo dell'iodio, il 131I, che emette radiazioni gamma e beta. Queste radiazioni sono sfruttate per la diagnosi e il trattamento di varie patologie, in particolare quelle legate alla tiroide.

L'albumina umana è una proteina presente nel plasma sanguigno che ha la funzione di trasportare sostanze attraverso il corpo. Nel caso dell'Iodio (131I) albumina umana, l'albumina funge da vettore per il trasporto del radioisotopo 131I ai tessuti bersaglio.

Una delle principali applicazioni dell'Iodio (131I) albumina umana riguarda la diagnosi e il trattamento delle patologie tiroidee. In Italia, le malattie della tiroide rappresentano un problema significativo: si stima che circa il 30% della popolazione presenti noduli tiroidei palpabili e fino al 50% sia affetto da noduli non palpabili rilevabili solo mediante ecografia.

Tra le patologie più comuni legate alla tiroide vi sono l'ipertiroidismo, l'ipotiroidismo e i tumori maligni o benigni della ghiandola. L'Iodio (131I) albumina umana viene impiegato nella scintigrafia tiroidea per valutare la funzionalità della ghiandola e identificare eventuali anomalie nella sua struttura.

La scintigrafia tiroidea è un esame diagnostico che prevede l'iniezione endovenosa dell'Iodio (131I) albumina umana nel paziente. Una volta in circolo, il radiofarmaco viene captato dalla tiroide, che normalmente utilizza lo iodio per produrre gli ormoni tiroidei. Le radiazioni gamma emesse dal 131I vengono rilevate da una gamma camera, permettendo di ottenere immagini dettagliate della ghiandola e delle sue funzioni.

In base all'accumulo del radiofarmaco nella tiroide, è possibile distinguere tra tessuti sani e patologici. Ad esempio, un'alta concentrazione di Iodio (131I) albumina umana può indicare la presenza di un nodulo iperfunzionante o "caldo", tipico dell'ipertiroidismo. Al contrario, una bassa captazione può suggerire la presenza di noduli ipofunzionanti o "freddi", associati a tumori maligni o benigni.

Oltre alla diagnosi, l'Iodio (131I) albumina umana viene utilizzato anche nel trattamento delle patologie tiroidee. La terapia radiometabolica con 131I è una forma di terapia radiante interna che sfrutta le radiazioni beta emesse dall'isotopo per distruggere selettivamente le cellule tumorali o iperfunzionanti della ghiandola.

Il trattamento con Iodio (131I) albumina umana si basa sulla somministrazione orale del radiofarmaco sotto forma di capsule o soluzione liquida. La dose di 131I viene calcolata in base alle caratteristiche del paziente e alla patologia da trattare. In generale, le dosi utilizzate per la terapia radiometabolica sono più elevate rispetto a quelle impiegate nella scintigrafia diagnostica.

La terapia con Iodio (131I) albumina umana è generalmente ben tollerata dai pazienti e presenta pochi effetti collaterali. Tuttavia, è importante monitorare attentamente i pazienti sottoposti a questo trattamento, in quanto le radiazioni possono avere effetti indesiderati su altri organi e tessuti, come il midollo osseo o le gonadi.

In conclusione, l'Iodio (131I) albumina umana rappresenta uno strumento prezioso nella diagnosi e nel trattamento delle patologie tiroidee. Grazie alle sue proprietà radioattive e al suo legame con l'albumina umana, questo radiofarmaco permette di ottenere informazioni dettagliate sulla funzionalità della tiroide e di intervenire selettivamente sulle cellule malate senza danneggiare i tessuti sani circostanti.

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