Foglietti illustrativi Apri menu principale

Farmaci contenenti principio attivo Inibitori non selettivi della ricaptazione di monoamine

Gli inibitori non selettivi della ricaptazione di monoamine (INSM) rappresentano una classe di farmaci utilizzati principalmente nel trattamento di disturbi psichiatrici e neurologici. Questi composti agiscono sul sistema nervoso centrale, influenzando la disponibilità di diverse sostanze chimiche chiamate monoamine, tra cui serotonina, noradrenalina e dopamina.

In Italia, come nel resto del mondo, l'uso degli INSM è stato ampiamente diffuso per diversi decenni. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un calo nella prescrizione di questi farmaci a favore di molecole più selettive e con un profilo di sicurezza migliore.

Gli INSM agiscono inibendo il processo di ricaptazione delle monoamine da parte delle cellule nervose. Questo meccanismo porta ad un aumento della concentrazione extracellulare delle monoamine stesse, potenziando così la trasmissione dei segnali nervosi e migliorando i sintomi dei pazienti affetti da patologie come depressione maggiore, ansia e disturbi ossessivo-compulsivi.

Tra gli esempi più noti di INSM troviamo gli antidepressivi triciclici (TCA) come l'amitriptilina e l'imipramina. Questi farmaci sono stati tra i primissimi ad essere utilizzati per il trattamento della depressione negli anni '50 e '60 del secolo scorso. Tuttavia, a causa degli effetti collaterali spesso significativi associati al loro uso (come sedazione, ipotensione ortostatica e disturbi cardiaci), la loro prescrizione è stata progressivamente sostituita da farmaci più recenti e tollerabili, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina (SNRI).

Un altro esempio di INSM è la sibutramina, un farmaco utilizzato in passato per il trattamento dell'obesità. La sibutramina agisce aumentando i livelli di serotonina e noradrenalina nel cervello, riducendo così l'appetito e favorendo la perdita di peso. Tuttavia, a causa del rischio aumentato di eventi cardiovascolari associati al suo uso, la sibutramina è stata ritirata dal mercato europeo nel 2010.

Nonostante il calo nella prescrizione degli INSM, questi farmaci continuano ad essere utilizzati in alcuni casi specifici. Ad esempio, i TCA possono essere impiegati per il trattamento del dolore neuropatico o come terapia aggiuntiva nella depressione resistente al trattamento con SSRI o SNRI. Inoltre, alcuni INSM sono ancora impiegati per il trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi nei pazienti che non rispondono adeguatamente agli SSRI.

È importante sottolineare che l'uso degli INSM deve essere attentamente monitorato dal medico curante a causa del potenziale rischio di effetti collaterali gravi. In particolare, questi farmaci possono interagire con altre molecole presenti nell'organismo o con altri farmaci assunti dal paziente, aumentando il rischio di effetti avversi. Pertanto, è fondamentale che il paziente informi il medico di tutti i farmaci e integratori assunti prima di iniziare un trattamento con INSM.

In conclusione, gli inibitori non selettivi della ricaptazione di monoamine rappresentano una classe di farmaci con un'ampia storia d'uso nel trattamento di disturbi psichiatrici e neurologici. Sebbene la loro prescrizione sia diminuita a favore di farmaci più selettivi e sicuri, gli INSM continuano a svolgere un ruolo importante nella terapia farmacologica per alcune condizioni specifiche. Tuttavia, è essenziale che l'uso di questi composti sia attentamente monitorato dal medico curante per garantire la sicurezza del paziente e minimizzare il rischio di effetti collaterali indesiderati.

Farmaci contenenti principio attivo Inibitori non selettivi della ricaptazione di monoamine