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Farmaci contenenti principio attivo Inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE), non associati

Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) sono una classe di farmaci ampiamente utilizzati nel trattamento di diverse patologie cardiovascolari, tra cui l'ipertensione arteriosa, l'insufficienza cardiaca e la nefropatia diabetica. In Italia, questi farmaci rappresentano una delle principali opzioni terapeutiche per il controllo della pressione sanguigna e la prevenzione delle complicanze a lungo termine associate all'ipertensione.

Il meccanismo d'azione degli inibitori dell'ACE si basa sulla riduzione della produzione di angiotensina II, un potente vasocostrittore che aumenta la pressione sanguigna e favorisce la ritenzione idrica. Questi farmaci agiscono inibendo l'attività dell'enzima di conversione dell'angiotensina, responsabile della trasformazione dell'angiotensina I in angiotensina II. In questo modo, gli inibitori dell'ACE contribuiscono a diminuire la pressione arteriosa e a migliorare la funzione cardiaca.

Tra gli inibitori dell'ACE più comunemente prescritti in Italia si trovano il captopril, l'enalapril, il lisinopril e il ramipril. Essi sono disponibili sotto forma di compresse orali o soluzioni per via parenterale e possono essere somministrati da soli o in associazione con altri farmaci antipertensivi come i diuretici o i bloccanti dei recettori beta-adrenergici.

Gli effetti collaterali degli inibitori dell’ACE possono variare da lievi a gravi, ma nella maggior parte dei casi sono ben tollerati dai pazienti. Tra gli effetti indesiderati più comuni si segnalano la tosse secca, l'ipotensione ortostatica, le vertigini e l'affaticamento. In alcuni casi, questi farmaci possono causare una riduzione del tasso di filtrazione glomerulare e un aumento dei livelli di potassio nel sangue, che richiedono un monitoraggio regolare della funzione renale e degli elettroliti.

Nonostante il loro ampio impiego nella pratica clinica, gli inibitori dell'ACE non sono indicati per tutti i pazienti affetti da ipertensione o insufficienza cardiaca. Ad esempio, essi sono controindicati nelle donne in gravidanza a causa del rischio di malformazioni fetali e nei pazienti con stenosi bilaterale delle arterie renali o con antecedenti di angioedema indotto dall'uso di inibitori dell’ACE.

In Italia, l'utilizzo degli inibitori dell'ACE è soggetto a prescrizione medica e al monitoraggio periodico della pressione arteriosa e della funzione renale. Secondo le linee guida italiane per la gestione dell'ipertensione arteriosa, questi farmaci dovrebbero essere considerati come una delle prime opzioni terapeutiche nei pazienti con ipertensione associata a fattori di rischio cardiovascolare elevato o a patologie come il diabete mellito o la nefropatia cronica.

Nel corso degli ultimi anni, l'introduzione sul mercato italiano dei cosiddetti "sartani" o antagonisti dei recettori dell'angiotensina II ha ampliato le opzioni terapeutiche per il trattamento dell'ipertensione e delle altre patologie cardiovascolari. Tuttavia, gli inibitori dell'ACE continuano a rappresentare una scelta terapeutica consolidata e ben documentata, con un profilo di efficacia e sicurezza ampiamente dimostrato da numerosi studi clinici e dalla pratica quotidiana.

In conclusione, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) sono farmaci fondamentali nella terapia delle malattie cardiovascolari in Italia. Essi offrono un efficace controllo della pressione arteriosa e contribuiscono a ridurre il rischio di complicanze a lungo termine nei pazienti affetti da ipertensione, insufficienza cardiaca o nefropatia diabetica. La prescrizione e l'utilizzo di questi farmaci devono essere attentamente valutati dal medico curante in base alle caratteristiche individuali del paziente e al contesto clinico specifico.

Farmaci contenenti principio attivo Inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE), non associati