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Farmaci contenenti principio attivo Ferro (II) solfato ()

Il ferro (II) solfato, noto anche come solfato ferroso, è un composto chimico inorganico di formula FeSO4. Questa sostanza è ampiamente utilizzata nel campo farmaceutico e nella medicina per il trattamento delle carenze di ferro nell'organismo. In Italia, come nel resto del mondo, la carenza di ferro rappresenta una delle principali cause di anemia e può colpire diverse fasce della popolazione.

Il ferro è un elemento essenziale per il corretto funzionamento dell'organismo umano. Esso svolge un ruolo cruciale nella produzione dell'emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi che si occupa del trasporto dell'ossigeno dai polmoni ai tessuti e degli scarti metabolici dai tessuti ai polmoni. Una carenza di ferro può causare una riduzione della produzione di emoglobina e, conseguentemente, un calo dei livelli di ossigeno nei tessuti.

In Italia, l'anemia da carenza di ferro colpisce principalmente donne in età fertile a causa delle perdite ematiche legate al ciclo mestruale e alla gravidanza. Tuttavia, anche bambini in fase di crescita rapida e individui con particolari condizioni cliniche o alimentari possono essere a rischio.

Il solfato ferroso viene somministrato sotto forma di integratore alimentare o farmaco per compensare la mancanza di questo importante minerale nell'organismo. La sua assunzione avviene generalmente per via orale sotto forma di compresse o sciroppo ed è indicata sia nella prevenzione che nel trattamento dell'anemia sideropenica.

Il dosaggio del ferro (II) solfato varia in base all'età, al peso e alle condizioni cliniche del paziente. In generale, la dose giornaliera raccomandata per gli adulti è di 100-200 mg di ferro elementare, mentre per i bambini varia tra i 2 e i 4 mg/kg di peso corporeo. Durante la gravidanza, il fabbisogno di ferro aumenta notevolmente e può essere necessario assumere dosi più elevate.

La somministrazione del solfato ferroso può causare alcuni effetti collaterali, tra cui nausea, vomito, dolore addominale e stitichezza. Per ridurre questi sintomi, è consigliabile assumere il farmaco a stomaco pieno o suddividere la dose giornaliera in più somministrazioni. Inoltre, l'assorbimento del ferro può essere influenzato dalla presenza di altri nutrienti o farmaci; pertanto, è importante seguire le indicazioni del medico o del farmacista riguardo alla corretta assunzione.

Nel caso di sovradosaggio accidentale o intenzionale di solfato ferroso possono verificarsi gravi conseguenze per la salute. I sintomi dell'avvelenamento da ferro includono vomito emorragico, ipotensione arteriosa e insufficienza epatica acuta. In queste situazioni è fondamentale rivolgersi tempestivamente al centro antiveleni o al pronto soccorso più vicino.

In Italia sono disponibili numerosi prodotti a base di solfato ferroso sia da banco che su prescrizione medica. Tra questi, alcuni dei più noti sono Ferrograd®, Tardyferon® e Ferlixit®. È importante sottolineare che l'automedicazione per la carenza di ferro non è consigliabile e che è sempre opportuno consultare un medico o un farmacista prima di iniziare un trattamento.

In conclusione, il ferro (II) solfato rappresenta una soluzione efficace per prevenire e trattare l'anemia da carenza di ferro in Italia. Grazie alla sua ampia diffusione e alla sua comprovata efficacia, questo principio attivo è largamente utilizzato nel campo farmaceutico per garantire il benessere della popolazione italiana.

Farmaci contenenti principio attivo Ferro (II) solfato ()