Il fenofibrato è un principio attivo appartenente alla classe dei fibrati, molecole utilizzate per il trattamento delle dislipidemie, ovvero alterazioni del profilo lipidico nel sangue. Queste condizioni sono caratterizzate da un aumento dei livelli di colesterolo e/o trigliceridi, che possono contribuire allo sviluppo di malattie cardiovascolari. In Italia, le dislipidemie rappresentano un problema di salute pubblica rilevante, con una prevalenza stimata intorno al 40% nella popolazione adulta.
Il fenofibrato agisce principalmente riducendo i livelli di trigliceridi nel sangue e aumentando la concentrazione delle lipoproteine ad alta densità (HDL), comunemente note come "colesterolo buono". Inoltre, il farmaco può determinare una modesta riduzione dei livelli di colesterolo a bassa densità (LDL), il cosiddetto "colesterolo cattivo", sebbene questo effetto sia meno marcato rispetto ad altri farmaci ipolipemizzanti come le statine.
Il meccanismo d'azione del fenofibrato si basa sulla sua capacità di attivare il recettore alfa attivato dai proliferatori dei perossisomi (PPAR-alfa). Questo recettore nucleare regola l'espressione di diversi geni coinvolti nel metabolismo lipidico e glucidico. L'attivazione del PPAR-alfa da parte del fenofibrato porta a una maggiore degradazione dei trigliceridi e a una ridotta sintesi degli acidi grassi nel fegato. Inoltre, il farmaco stimola la produzione di apolipoproteina A1 e A2, componenti delle lipoproteine HDL, favorendo l'eliminazione del colesterolo in eccesso.
Il fenofibrato è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche, tra cui compresse e capsule. La posologia varia a seconda della gravità della dislipidemia e della risposta individuale al trattamento. In genere, la dose iniziale raccomandata è di 200 mg al giorno, che può essere aumentata fino a un massimo di 400 mg al giorno se necessario. Il farmaco può essere assunto con o senza cibo, preferibilmente alla stessa ora ogni giorno.
Prima di iniziare il trattamento con fenofibrato, il medico valuterà attentamente i fattori di rischio cardiovascolare del paziente e prenderà in considerazione altre opzioni terapeutiche. In particolare, il fenofibrato è controindicato nei soggetti con insufficienza epatica o renale grave, ipersensibilità nota al principio attivo o ad altri componenti del farmaco e nelle donne in gravidanza o durante l'allattamento.
Gli effetti collaterali più comuni associati all'uso del fenofibrato includono disturbi gastrointestinali (come nausea, vomito e diarrea), cefalea e reazioni cutanee (come prurito ed eruzioni cutanee). Raramente possono verificarsi effetti indesiderati più gravi come miopatia (dolore muscolare), colecistite (infiammazione della colecisti) o pancreatite (infiammazione del pancreas). Pertanto, è importante che il paziente segnali al medico qualsiasi sintomo insolito o preoccupante durante il trattamento.
Il fenofibrato può interagire con altri farmaci, modificandone l'efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. Ad esempio, la contemporanea somministrazione di fenofibrato e statine può aumentare il rischio di miopatia. Inoltre, il farmaco può influenzare l'azione degli anticoagulanti orali come il warfarin, rendendo necessario un aggiustamento della dose.
In conclusione, il fenofibrato è un principio attivo efficace nel trattamento delle dislipidemie caratterizzate da elevati livelli di trigliceridi e bassi livelli di colesterolo HDL. Tuttavia, è fondamentale che l'uso del farmaco sia attentamente monitorato dal medico per garantire una terapia sicura ed efficace.