L'enzalutamide è un principio attivo utilizzato nel trattamento del cancro alla prostata, una delle neoplasie più comuni tra gli uomini. In Italia, secondo i dati dell'AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), il cancro alla prostata rappresenta circa il 19% di tutti i tumori diagnosticati negli uomini, con oltre 36.000 nuovi casi stimati ogni anno.
L'enzalutamide agisce come un potente inibitore del recettore degli androgeni (AR), una proteina che gioca un ruolo cruciale nella crescita e nella progressione del tumore alla prostata. Gli androgeni, come il testosterone, sono ormoni maschili che si legano al recettore degli androgeni e promuovono la proliferazione delle cellule tumorali della prostata. L'enzalutamide si lega all'AR con elevata affinità e selettività, bloccando l'attività degli androgeni e inibendo così la crescita del tumore.
Il farmaco è stato approvato per la prima volta nel 2012 dall'Agenzia statunitense per gli alimenti e i medicinali (FDA) per il trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione metastatico (mCRPC) in pazienti che hanno ricevuto precedentemente terapia con docetaxel. Successivamente, nel 2014 l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha esteso l'indicazione anche ai pazienti mCRPC non precedentemente trattati con chemioterapia.
In Italia, l'enzalutamide è commercializzato sotto il nome di Xtandi® ed è disponibile in compresse da 40 mg. Il trattamento con enzalutamide prevede l'assunzione di quattro compresse al giorno, per un totale di 160 mg, indipendentemente dai pasti. La terapia deve essere continuata finché si osserva un beneficio clinico o fino alla comparsa di una tossicità inaccettabile.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato l'efficacia dell'enzalutamide nel migliorare la sopravvivenza globale e la qualità della vita dei pazienti affetti da mCRPC. Tra questi, lo studio AFFIRM ha mostrato un aumento mediano della sopravvivenza globale di 4,8 mesi nei pazienti trattati con enzalutamide rispetto al placebo. Inoltre, lo studio PREVAIL ha evidenziato una riduzione del 29% del rischio di morte e una diminuzione del 81% del rischio di progressione radiografica nei pazienti che assumevano enzalutamide.
Nonostante i benefici terapeutici offerti dall'enzalutamide, il farmaco può causare alcuni effetti collaterali. I più comuni includono astenia (stanchezza), cefalea (mal di testa), dolore muscoloscheletrico e ipertensione (pressione alta). Meno frequentemente, l'enzalutamide può provocare convulsioni e reazioni allergiche gravi. Pertanto, è importante che i pazienti siano attentamente monitorati durante il trattamento e che eventuali effetti collaterali vengano tempestivamente segnalati al medico curante.
In conclusione, l'enzalutamide rappresenta un'opzione terapeutica efficace e ben tollerata per il trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione metastatico. Grazie alla sua azione inibitoria sul recettore degli androgeni, il farmaco è in grado di rallentare la progressione del tumore e migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da questa patologia. Tuttavia, è fondamentale che i pazienti siano adeguatamente seguiti durante la terapia e che gli eventuali effetti collaterali vengano prontamente gestiti per garantire un trattamento sicuro ed efficace.