Il dinutuximab è un anticorpo monoclonale umanizzato di tipo IgG1 che viene utilizzato nel trattamento del neuroblastoma, una forma di tumore pediatrico che colpisce il sistema nervoso simpatico. Questa patologia rappresenta circa il 15% dei decessi per cancro infantile e si verifica principalmente nei bambini al di sotto dei cinque anni. In Italia, si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 90 nuovi casi di neuroblastoma.
Il dinutuximab agisce legandosi specificamente alla glicoproteina disialoganglioside GD2, espressa in modo ubiquitario sulla superficie delle cellule tumorali del neuroblastoma e in misura minore su alcune cellule sane del sistema nervoso. Attraverso questo legame, l'anticorpo monoclonale induce la distruzione delle cellule tumorali attraverso diversi meccanismi, tra cui l'apoptosi diretta (morte cellulare programmata), la citotossicità cellulare anticorpo-dipendente (ADCC) e la citotossicità complemento-dipendente (CDC).
Il dinutuximab è stato approvato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2015 per il trattamento del neuroblastoma ad alto rischio in associazione con altri farmaci chemioterapici, come l'isotretinoina e l'interleuchina-2. La terapia combinata ha dimostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza globale e nella sopravvivenza libera da progressione nei pazienti affetti da questa malattia.
Il trattamento con dinutuximab viene somministrato per via endovenosa e la dose viene calcolata in base al peso corporeo del paziente. Il farmaco viene somministrato in cicli di 28 giorni, con una durata totale del trattamento di solito non superiore a sei cicli. Durante il trattamento, i pazienti devono essere monitorati attentamente per valutare la risposta al farmaco e la comparsa di eventuali effetti collaterali.
Gli effetti collaterali più comuni associati all'uso del dinutuximab includono reazioni allergiche, dolore, febbre, ipotensione e sindrome da rilascio di citochine (CRS), una reazione infiammatoria sistemica che può causare sintomi simili a quelli dell'influenza. Alcuni pazienti possono anche sviluppare neuropatia periferica, un disturbo dei nervi che può causare debolezza muscolare e intorpidimento o dolore agli arti. Inoltre, il dinutuximab può causare alterazioni degli esami del sangue, come anemia, neutropenia e trombocitopenia.
Per ridurre il rischio di effetti collaterali gravi durante il trattamento con dinutuximab, i medici possono prescrivere farmaci premedicanti come antistaminici, antipiretici e corticosteroidi. Inoltre, è importante che i pazienti segnalino tempestivamente al medico eventuali sintomi o problemi che si verificano durante la terapia.
Nonostante gli effetti collaterali associati al suo utilizzo, il dinutuximab rappresenta un'opzione terapeutica importante per i pazienti affetti da neuroblastoma ad alto rischio. Studi clinici hanno dimostrato che l'aggiunta del dinutuximab al regime di trattamento standard può aumentare significativamente la sopravvivenza e ridurre il rischio di recidiva della malattia.
In conclusione, il dinutuximab è un farmaco innovativo che ha migliorato le prospettive di trattamento per i pazienti affetti da neuroblastoma ad alto rischio. Grazie alla sua specificità d'azione e all'efficacia dimostrata in studi clinici, questo anticorpo monoclonale offre una nuova speranza a numerosi bambini e alle loro famiglie nella lotta contro questa grave forma di cancro infantile. Tuttavia, è fondamentale che i medici e i pazienti siano consapevoli dei potenziali effetti collaterali associati al suo utilizzo e monitorino attentamente la terapia per garantire la sicurezza e l'efficacia del trattamento.