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Farmaci contenenti principio attivo Derivati dell'idantoina

I derivati dell'idantoina rappresentano una classe di composti chimici utilizzati principalmente per il trattamento di alcune patologie neurologiche, in particolare l'epilessia. Questi farmaci hanno dimostrato un'efficacia significativa nel controllo delle crisi epilettiche e sono ampiamente prescritti in Italia e nel resto del mondo.

L'idantoina è un composto organico eterociclico che contiene due atomi di azoto nella sua struttura. I derivati dell'idantoina sono ottenuti mediante modificazioni chimiche della molecola originale, al fine di migliorarne le proprietà farmacologiche e ridurre gli effetti collaterali. Tra i derivati dell'idantoina più conosciuti e utilizzati in ambito terapeutico si annoverano la fenitoina, la fosfenitoina e la mephenitoina.

La fenitoina è il capostipite dei derivati dell'idantoina ed è stato introdotto per la prima volta negli anni '30 del XX secolo. Da allora, questo farmaco ha rivoluzionato il trattamento dell'epilessia, riducendo notevolmente l'impatto delle crisi epilettiche sulla qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia. In Italia, la fenitoina è commercializzata con diversi nomi commerciali e rappresenta uno dei farmaci antiepilettici più prescritti.

La fosfenitoina è un profarmaco della fenitointina che viene convertito nel principio attivo nel fegato dopo somministrazione endovenosa o intramuscolare. La fosfenitoina è stata sviluppata per superare alcuni limiti della fenitoina, come la scarsa solubilità in acqua e la tendenza a causare irritazione locale e tromboflebite dopo somministrazione endovenosa. In Italia, la fosfenitoina è disponibile per il trattamento delle crisi epilettiche acute e dello stato epilettico.

La mephenitoina è un altro derivato dell'idantoina utilizzato nel trattamento dell'epilessia. Tuttavia, il suo impiego è meno diffuso rispetto alla fenitointina e alla fosfenitointina, a causa di un profilo di sicurezza meno favorevole.

I derivati dell'idantoina agiscono principalmente attraverso l'inibizione dei canali del sodio voltaggio-dipendenti presenti nelle cellule nervose. Questo meccanismo d'azione porta ad una riduzione dell'eccitabilità neuronale e ad un controllo delle scariche anomale responsabili delle crisi epilettiche. Inoltre, questi farmaci possono influenzare anche altri canali ionici e recettori cellulari coinvolti nella trasmissione degli impulsi nervosi.

Nonostante l'efficacia dimostrata nel controllo delle crisi epilettiche, i derivati dell'idantoina possono causare diversi effetti collaterali. Tra i più comuni si annoverano vertigini, sonnolenza, atassia (difficoltà nel coordinamento dei movimenti), nistagmo (movimenti involontari degli occhi) e rash cutaneo. In alcuni casi, questi farmaci possono determinare anche effetti collaterali più gravi, come ipersensibilità, anemia emolitica e alterazioni della funzionalità epatica.

In Italia, l'uso dei derivati dell'idantoina è regolamentato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che ne monitora costantemente l'efficacia e la sicurezza attraverso studi clinici e segnalazioni spontanee di effetti avversi. Grazie a queste attività di sorveglianza, i derivati dell'idantoina sono oggi considerati farmaci sicuri ed efficaci per il trattamento dell'epilessia.

In conclusione, i derivati dell'idantoina rappresentano una classe di farmaci fondamentale nel trattamento delle crisi epilettiche. La loro diffusione in Italia è ampia e il loro impiego ha contribuito significativamente a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da epilessia. Tuttavia, come per tutti i farmaci, è importante che l'utilizzo dei derivati dell'idantoina sia attentamente monitorato dal medico curante al fine di garantire un trattamento sicuro ed efficace.

Farmaci contenenti principio attivo Derivati dell'idantoina