Denosumab è un principio attivo utilizzato nel trattamento di alcune patologie legate al metabolismo osseo. Si tratta di un anticorpo monoclonale umano, che agisce inibendo l'azione del fattore di necrosi tumorale (TNF) sulle cellule osteoclastiche, responsabili della degradazione e del riassorbimento dell'osso. In questo modo, denosumab contribuisce a ridurre la perdita ossea e a migliorare la densità minerale ossea (DMO).
In Italia, denosumab è commercializzato con il nome di Prolia® per il trattamento dell'osteoporosi in donne in postmenopausa ad alto rischio di fratture e negli uomini con osteoporosi ad alto rischio di fratture causate da terapia ormonale per tumore alla prostata. È disponibile anche con il nome Xgeva® per la prevenzione delle complicanze scheletriche nei pazienti affetti da tumori solidi metastatici all'osso.
L'osteoporosi è una malattia molto diffusa in Italia, soprattutto tra le donne in età avanzata. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), si stima che circa 3,5 milioni di donne italiane soffrano di osteoporosi e che ogni anno si verifichino oltre 300.000 fratture dovute a questa patologia.
Il denosumab viene somministrato attraverso una singola iniezione sottocutanea ogni sei mesi. Il farmaco ha dimostrato efficacia nel ridurre significativamente il rischio di fratture vertebrali, non vertebrali e dell'anca nelle donne in postmenopausa con osteoporosi. Inoltre, studi clinici hanno evidenziato un aumento della densità minerale ossea sia nella colonna vertebrale che nel femore nei pazienti trattati con denosumab.
Anche negli uomini affetti da osteoporosi, il denosumab ha dimostrato di ridurre il rischio di fratture e di aumentare la densità minerale ossea. In particolare, è stato osservato un miglioramento significativo nella DMO a livello della colonna vertebrale e del femore nei pazienti sottoposti a terapia ormonale per tumore alla prostata.
Per quanto riguarda l'impiego di denosumab nella prevenzione delle complicanze scheletriche nei pazienti con tumori solidi metastatici all'osso, gli studi clinici hanno mostrato una riduzione del rischio di eventi correlati allo scheletro, come fratture patologiche e compressione del midollo spinale. Questo farmaco può quindi contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici affetti da metastasi ossee.
Tuttavia, come per tutti i farmaci, anche il denosumab può causare effetti collaterali. Tra questi si segnalano ipocalcemia (bassi livelli di calcio nel sangue), infezioni del tratto urinario, dolore muscoloscheletrico e reazioni cutanee nel sito di iniezione. È importante che i pazienti siano monitorati attentamente dal medico durante il trattamento con denosumab e che vengano seguite le raccomandazioni per la prevenzione e il trattamento degli effetti collaterali.
In conclusione, denosumab rappresenta un'opzione terapeutica efficace e sicura per il trattamento dell'osteoporosi e la prevenzione delle complicanze scheletriche nei pazienti con tumori solidi metastatici all'osso. Grazie alla sua azione specifica sulle cellule osteoclastiche, questo farmaco contribuisce a ridurre la perdita ossea e a migliorare la densità minerale ossea, riducendo così il rischio di fratture e migliorando la qualità della vita dei pazienti affetti da queste patologie.