Il defibrotide è un principio attivo di origine naturale, ottenuto dalla depolimerizzazione del DNA di origine bovina. Questa sostanza è stata sviluppata per il trattamento della malattia veno-occlusiva epatica (VOD), una patologia rara e potenzialmente letale che colpisce principalmente i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT).
La VOD si manifesta con l'occlusione delle piccole vene del fegato, causando un aumento della pressione venosa e la conseguente riduzione del flusso sanguigno. Questo può portare a insufficienza epatica, insufficienza multiorgano e, in casi gravi, alla morte. In Italia, si stima che ogni anno circa 1.000 pazienti vengano sottoposti a HSCT e che tra il 10% e il 20% di questi possa sviluppare la VOD.
Il defibrotide agisce attraverso diversi meccanismi d'azione per prevenire o trattare la VOD. Innanzitutto, esercita un'azione fibrinolitica diretta sulle microtrombosi presenti nelle vene epatiche occluse. Inoltre, ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che contribuiscono alla protezione delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni.
Uno degli aspetti più interessanti del defibrotide è la sua capacità di agire selettivamente sulle aree danneggiate dell'endotelio vascolare senza aumentare il rischio di sanguinamento. Questo è particolarmente importante nei pazienti sottoposti a HSCT, che spesso presentano un aumentato rischio di emorragie a causa della terapia immunosoppressiva e della malattia di base.
Il defibrotide è stato approvato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2013 per il trattamento della VOD severa in pazienti adulti e pediatrici sottoposti a HSCT. La sua efficacia è stata dimostrata in diversi studi clinici, che hanno mostrato una riduzione significativa della mortalità a 100 giorni nei pazienti trattati con defibrotide rispetto ai controlli.
La posologia del defibrotide varia in base all'età e al peso del paziente. Il trattamento viene somministrato per via endovenosa, solitamente per un periodo di 21 giorni o fino alla risoluzione dei sintomi. Gli effetti collaterali più comuni associati all'uso del defibrotide includono reazioni nel sito di iniezione, ipotensione e diarrea. Tuttavia, questi effetti sono generalmente lievi e transitori.
Nonostante l'efficacia dimostrata nella prevenzione e nel trattamento della VOD, il defibrotide non è ancora ampiamente utilizzato nella pratica clinica italiana. Ciò potrebbe essere dovuto al costo elevato del farmaco e alla mancanza di conoscenza da parte dei medici riguardo ai suoi benefici terapeutici.
In conclusione, il defibrotide rappresenta un'opzione terapeutica innovativa ed efficace per la prevenzione e il trattamento della VOD nei pazienti sottoposti a HSCT. La sua approvazione da parte dell'AIFA e i risultati positivi degli studi clinici ne supportano l'uso nella pratica clinica, anche se la sua diffusione è ancora limitata. È importante che i medici coinvolti nella cura dei pazienti sottoposti a HSCT siano informati riguardo ai benefici del defibrotide e alle sue modalità di somministrazione, al fine di garantire un'adeguata gestione della VOD e migliorare l'esito dei pazienti affetti da questa patologia rara e potenzialmente letale.