La clozapina è un principio attivo appartenente alla classe degli antipsicotici atipici, utilizzato principalmente nel trattamento della schizofrenia e di altri disturbi psicotici. La sua introduzione sul mercato italiano risale agli anni '90 e, da allora, ha rappresentato una svolta nella terapia di questi disturbi grazie al suo profilo di efficacia e tollerabilità.
La clozapina agisce sul sistema nervoso centrale attraverso un meccanismo d'azione complesso che coinvolge diversi recettori neuronali. In particolare, essa presenta una forte affinità per i recettori dopaminergici D2 e D4, serotoninergici 5-HT2A e 5-HT2C, muscarinici M1-M5 e adrenergici α1. Questa interazione con vari recettori permette alla clozapina di esercitare un'azione antipsicotica efficace sia sui sintomi positivi (allucinazioni, deliri) che sui sintomi negativi (apatia, isolamento sociale) della schizofrenia.
In Italia, la clozapina è disponibile in compresse da 25 mg e 100 mg ed è commercializzata con il nome di Leponex®. La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg al giorno (mezza compressa da 25 mg), aumentando gradualmente fino a raggiungere la dose ottimale per il singolo paziente. Il dosaggio massimo giornaliero non deve superare i 900 mg.
Uno dei principali vantaggi della clozapina rispetto ad altri antipsicotici è la sua maggiore efficacia nel trattamento dei pazienti con schizofrenia resistente al trattamento, ovvero coloro che non rispondono adeguatamente ad almeno due antipsicotici di diversa classe. In questi casi, la clozapina può ridurre significativamente il rischio di ricaduta e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Tuttavia, l'uso della clozapina è associato a potenziali effetti collaterali e richiede un attento monitoraggio del paziente. Uno degli effetti avversi più gravi è l'agranulocitosi, una condizione caratterizzata da una drastica riduzione del numero di granulociti nel sangue, che può aumentare il rischio di infezioni gravi e potenzialmente fatali. Per questo motivo, in Italia è obbligatorio effettuare controlli ematologici regolari durante il trattamento con clozapina e seguire un protocollo specifico per la sorveglianza dei pazienti.
Altri possibili effetti collaterali includono sedazione, ipotensione ortostatica (diminuzione della pressione arteriosa quando ci si alza), tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), aumento di peso e alterazioni del metabolismo dei lipidi e del glucosio. La clozapina può anche causare disturbi extrapiramidali (movimenti involontari) in misura minore rispetto agli antipsicotici tipici.
Nonostante i potenziali rischi associati all'uso della clozapina, questo farmaco rappresenta un'opzione terapeutica importante per i pazienti affetti da schizofrenia resistente al trattamento. In Italia, le linee guida per la gestione della schizofrenia raccomandano l'utilizzo della clozapina come terapia di seconda linea dopo il fallimento di almeno due antipsicotici di diversa classe.
In conclusione, la clozapina è un principio attivo efficace nel trattamento della schizofrenia e di altri disturbi psicotici, in particolare nei pazienti resistenti al trattamento con altri antipsicotici. Il suo impiego richiede però una stretta sorveglianza medica a causa dei potenziali effetti collaterali e delle precauzioni necessarie per garantire la sicurezza del paziente. In Italia, l'accesso alla clozapina è regolamentato da specifiche disposizioni che prevedono controlli ematologici periodici e un monitoraggio clinico attento durante il trattamento.