La cefalosporina è una classe di antibiotici appartenente alla famiglia delle beta-lattamine, che comprende anche le penicilline. Questi farmaci sono ampiamente utilizzati in Italia e nel resto del mondo per il trattamento di numerose infezioni batteriche. Le cefalosporine agiscono inibendo la sintesi della parete cellulare dei batteri, portando alla loro lisi e morte.
Le cefalosporine sono classificate in cinque generazioni a seconda della loro attività antimicrobica e delle caratteristiche farmacocinetiche. La prima generazione di cefalosporine (ad esempio, cefazolina e cefalexina) ha un'attività principalmente diretta contro i batteri Gram-positivi, come Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae. Tuttavia, hanno una copertura limitata contro i batteri Gram-negativi.
La seconda generazione di cefalosporine (come la cefuroxima) presenta un'attività migliorata contro i batteri Gram-negativi rispetto alla prima generazione. Sono efficaci nel trattamento di infezioni come sinusiti, otiti medie e polmoniti causate da H. influenzae e M. catarrhalis.
Le cefalosporine di terza generazione (ad esempio, ceftazidima e ceftriaxone) hanno un'ampia copertura sia per i batteri Gram-positivi che per quelli Gram-negativi ed includono l'attività contro Pseudomonas aeruginosa. Sono spesso utilizzate per il trattamento delle infezioni ospedaliere, delle meningiti batteriche e delle infezioni del tratto urinario.
La quarta generazione di cefalosporine (come la cefepima) ha un'attività ancora più ampia rispetto alle generazioni precedenti, con una copertura estesa contro i batteri Gram-negativi resistenti e un'efficacia mantenuta nei confronti dei Gram-positivi. Sono utilizzate per il trattamento di infezioni complesse e resistenti ai farmaci, come le infezioni intra-addominali e le polmoniti nosocomiali.
Infine, la quinta generazione di cefalosporine (ad esempio, ceftarolina) è stata sviluppata per combattere i ceppi resistenti di Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e altri patogeni difficili da trattare. Sono impiegate nel trattamento delle infezioni della pelle e dei tessuti molli, nonché delle polmoniti comunitarie.
In Italia, l'utilizzo delle cefalosporine è diffuso sia negli ospedali che nella pratica ambulatoriale. Secondo l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), nel 2019 sono state prescritte oltre 7 milioni di confezioni di cefalosporine a livello nazionale. Tra queste, le cefalosporine di terza generazione sono state le più utilizzate, rappresentando circa il 60% del consumo totale.
Tuttavia, l'uso indiscriminato degli antibiotici può portare allo sviluppo di resistenze batteriche. In Italia, la resistenza alle cefalosporine è in aumento, soprattutto nei ceppi di E. coli e K. pneumoniae. Per contrastare questo fenomeno, le autorità sanitarie italiane raccomandano l'uso appropriato degli antibiotici e la prescrizione di cefalosporine solo quando strettamente necessario.
Le cefalosporine sono generalmente ben tollerate dai pazienti, con effetti collaterali che includono reazioni allergiche, disturbi gastrointestinali e alterazioni della flora batterica intestinale. Tuttavia, è importante segnalare che le persone allergiche alle penicilline possono essere a rischio di reazioni crociate con le cefalosporine.
In conclusione, le cefalosporine rappresentano una classe di antibiotici fondamentale nella terapia delle infezioni batteriche. La loro efficacia e il loro spettro d'azione ne fanno dei farmaci indispensabili nella pratica clinica quotidiana in Italia. Tuttavia, è fondamentale un uso responsabile e mirato per preservarne l'efficacia nel tempo e limitare lo sviluppo di resistenze batteriche.