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Farmaci contenenti principio attivo Blinatumomab ()

Il blinatumomab è un farmaco innovativo appartenente alla classe dei cosiddetti "farmaci biologici" o "biomolecole", specificatamente un anticorpo biespecifico di tipo BiTE (Bispecific T-cell Engager). Questa molecola ha rivoluzionato il panorama terapeutico per il trattamento di alcune forme di leucemia linfoblastica acuta (LLA), una patologia ematologica caratterizzata dalla proliferazione incontrollata dei linfociti B.

In Italia, la leucemia linfoblastica acuta rappresenta circa il 20% delle leucemie acute dell'adulto e l'80% delle leucemie acute pediatriche. La prognosi per i pazienti affetti da LLA è spesso sfavorevole, soprattutto nei casi di recidiva o resistenza al trattamento chemioterapico convenzionale.

Il meccanismo d'azione del blinatumomab si basa sulla sua capacità di legarsi contemporaneamente a due diversi recettori presenti sulla superficie delle cellule: il CD19, espresso dai linfociti B maligni, e il CD3, presente sui linfociti T citotossici. Attraverso questo legame biespecifico, il blinatumomab favorisce l'interazione tra i linfociti T e le cellule tumorali, stimolando così l'attività citotossica dei primi nei confronti delle seconde. In altre parole, il farmaco agisce come un "ponte" tra i linfociti T e le cellule tumorali, facilitando la distruzione di queste ultime.

Il blinatumomab è stato approvato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel 2015 per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta a cellule B con cromosoma Philadelphia negativo, recidivante o refrattaria, sia in età pediatrica che adulta. Successivamente, nel 2017, l'indicazione terapeutica è stata estesa anche ai pazienti adulti affetti da LLA a cellule B con cromosoma Philadelphia positivo.

Diversi studi clinici hanno dimostrato l'efficacia e la sicurezza del blinatumomab nel trattamento della LLA. In particolare, i risultati di uno studio di fase III condotto su pazienti adulti affetti da LLA recidivante o refrattaria hanno evidenziato un tasso di remissione completa del 44% nei soggetti trattati con blinatumomab, contro il 25% nei pazienti sottoposti a chemioterapia standard. Inoltre, la sopravvivenza globale è risultata significativamente superiore nel gruppo trattato con blinatumomab rispetto al gruppo sottoposto a chemioterapia.

Anche nell'ambito pediatrico sono stati condotti studi clinici che hanno confermato l'efficacia del farmaco. Un trial di fase II ha mostrato un tasso di remissione completa dell'81% nei bambini e adolescenti affetti da LLA recidivante o refrattaria trattati con blinatumomab.

Nonostante i risultati incoraggianti in termini di efficacia, il blinatumomab può causare alcuni effetti collaterali, tra cui febbre, cefalea, tremori, ipotensione e reazioni di ipersensibilità. Inoltre, il farmaco può determinare un aumento del rischio di infezioni opportunistiche a causa della sua azione immunosoppressiva. Pertanto, è fondamentale monitorare attentamente i pazienti durante il trattamento con blinatumomab e intervenire tempestivamente in caso di comparsa di sintomi sospetti.

In conclusione, il blinatumomab rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B recidivante o refrattaria. Grazie al suo innovativo meccanismo d'azione e ai risultati positivi ottenuti negli studi clinici, questo farmaco ha migliorato notevolmente la prognosi di molti pazienti affetti da questa grave patologia ematologica. Tuttavia, è importante valutare attentamente i potenziali benefici e rischi associati al trattamento con blinatumomab e monitorare costantemente l'andamento clinico dei pazienti durante la terapia.

Farmaci contenenti principio attivo Blinatumomab ()