La bedaquilina è un principio attivo innovativo che ha rivoluzionato il trattamento della tubercolosi, una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis. Questa patologia colpisce principalmente i polmoni e rappresenta ancora oggi un grave problema di salute pubblica a livello globale. In Italia, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, nel 2019 sono stati registrati circa 3.500 nuovi casi di tubercolosi.
La bedaquilina appartiene alla classe degli antibiotici detti "diarilchinoline" ed è stata approvata dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2014. Il suo meccanismo d'azione consiste nell'inibire l'ATP sintetasi, un enzima essenziale per la produzione di energia nelle cellule del Mycobacterium tuberculosis. In questo modo, la bedaquilina impedisce la crescita e la proliferazione del batterio responsabile della tubercolosi.
Il farmaco viene somministrato per via orale in compresse da 100 mg e il trattamento prevede una fase iniziale di due settimane con una dose giornaliera di tre compresse al giorno, seguita da una fase di mantenimento con una dose giornaliera di due compresse tre volte a settimana per un totale di 20 settimane.
La bedaquilina è indicata per il trattamento della tubercolosi polmonare multidrogo-resistente (MDR-TB) negli adulti quando altre alternative terapeutiche non sono efficaci o appropriate. La MDR-TB è una forma particolarmente difficile da trattare poiché il batterio è resistente ai due principali farmaci antitubercolari, l'isoniazide e la rifampicina. In Italia, nel 2019, sono stati segnalati 93 casi di MDR-TB.
La bedaquilina viene utilizzata in combinazione con altri farmaci antitubercolari per aumentare l'efficacia del trattamento e ridurre il rischio di sviluppare ulteriori resistenze. La scelta dei farmaci associati alla bedaquilina deve essere basata su un'attenta valutazione del profilo di sensibilità del ceppo di Mycobacterium tuberculosis isolato dal paziente.
Il trattamento con bedaquilina presenta alcuni effetti collaterali che devono essere attentamente monitorati dal medico. Tra questi, i più comuni sono nausea, dolore addominale, mal di testa e vertigini. Inoltre, la bedaquilina può causare alterazioni della funzionalità epatica e prolungamento dell'intervallo QT nell'elettrocardiogramma, un parametro che indica il tempo necessario al cuore per ripolarizzarsi dopo una contrazione. Pertanto, prima dell'inizio del trattamento e durante la terapia è importante eseguire regolari controlli della funzionalità epatica e degli esami ematochimici.
La somministrazione di bedaquilina deve essere evitata in caso di gravidanza o allattamento poiché non ci sono dati sufficienti sulla sicurezza del farmaco in queste condizioni. Inoltre, la bedaquilina può interagire con altri farmaci metabolizzati dal fegato o che influenzano l'intervallo QT; pertanto, è fondamentale informare il medico di eventuali altri trattamenti in corso.
In conclusione, la bedaquilina rappresenta un'importante innovazione nel trattamento della tubercolosi multidrogo-resistente. Grazie al suo meccanismo d'azione specifico e alla sua efficacia nei confronti dei ceppi resistenti ai farmaci tradizionalmente utilizzati, la bedaquilina ha migliorato notevolmente le prospettive terapeutiche per i pazienti affetti da MDR-TB. Tuttavia, è fondamentale un uso appropriato e responsabile del farmaco per preservarne l'efficacia nel tempo e prevenire lo sviluppo di ulteriori resistenze.