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Farmaci contenenti principio attivo Altri antibatterici beta-lattamici

Il principio attivo in esame appartiene alla categoria degli altri antibatterici beta-lattamici, una classe di farmaci utilizzati per combattere le infezioni batteriche. Questi composti sono caratterizzati dalla presenza di un anello beta-lattamico nella loro struttura chimica, che conferisce loro la capacità di inibire la sintesi del peptidoglicano, un componente essenziale della parete cellulare dei batteri. In questo modo, gli antibiotici beta-lattamici indeboliscono la struttura delle cellule batteriche e ne causano la lisi, ossia la distruzione.

Tra gli altri antibatterici beta-lattamici si annoverano diversi gruppi di farmaci, tra cui le penicilline (ad esempio amoxicillina e ampicillina), le cefalosporine (come cefalexina e ceftriaxone), i carbapenemi (imipenem e meropenem) e i monobattami (aztreonam). Ognuno di questi gruppi presenta specifiche proprietà farmacologiche che li rendono adatti al trattamento di diverse tipologie di infezioni.

In Italia, come nel resto del mondo, l'uso degli antibiotici è molto diffuso. Secondo dati dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), nel 2019 sono stati consumati circa 25 DDD (dosi giornaliere definite) ogni mille abitanti al giorno per gli antibiotici beta-lattamici. Tra questi, le penicilline rappresentano il gruppo più utilizzato con circa il 50% delle prescrizioni totali.

Le indicazioni terapeutiche per gli altri antibatterici beta-lattamici variano a seconda del gruppo di appartenenza e del singolo farmaco. In generale, questi antibiotici sono indicati nel trattamento delle infezioni batteriche a carico di diversi organi e apparati, come ad esempio infezioni delle vie respiratorie (polmonite, bronchite), del tratto urinario (cistite, pielonefrite), della pelle e dei tessuti molli (cellulite, impetigine) e delle ossa e delle articolazioni (osteomielite, artrite settica).

La scelta dell'antibiotico beta-lattamico più appropriato dipende da vari fattori, tra cui il tipo di infezione da trattare, il profilo di sensibilità del batterio responsabile dell'infezione e le condizioni cliniche del paziente. Inoltre, è importante tenere conto della crescente diffusione dei ceppi batterici resistenti agli antibiotici. La resistenza agli antibiotici rappresenta infatti una grave minaccia per la salute pubblica a livello globale e richiede un uso prudente ed appropriato degli stessi.

Gli altri antibatterici beta-lattamici sono generalmente ben tollerati dai pazienti. Tuttavia, come per tutti i farmaci, possono presentarsi effetti collaterali. Tra gli effetti indesiderati più comuni si annoverano disturbi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), reazioni allergiche cutanee (orticaria) e alterazioni della funzionalità epatica o renale.

Inoltre, alcuni pazienti possono manifestare ipersensibilità agli antibiotici beta-lattamici, che può manifestarsi con reazioni allergiche di diversa gravità, fino allo shock anafilattico. Pertanto, è fondamentale valutare attentamente la storia clinica del paziente prima di iniziare una terapia con questi farmaci.

In conclusione, gli altri antibatterici beta-lattamici rappresentano una classe di farmaci essenziale nella lotta contro le infezioni batteriche. La loro efficacia e sicurezza sono ampiamente documentate e ne fanno uno strumento indispensabile nella pratica clinica quotidiana. Tuttavia, è fondamentale un uso responsabile e mirato degli antibiotici per contrastare il fenomeno della resistenza batterica e garantire la salvaguardia della salute pubblica.

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