L'acido aminolevulenico (ALA) è un composto organico di origine naturale, appartenente alla classe delle molecole chiamate "acidi delta-amino". Questo principio attivo riveste un ruolo fondamentale nel metabolismo delle cellule viventi, in quanto è il precursore della biosintesi degli importanti pigmenti noti come porfirine. Le porfirine, a loro volta, sono essenziali per la formazione dell'emoglobina e della clorofilla, che svolgono funzioni vitali nel trasporto dell'ossigeno e nella fotosintesi, rispettivamente.
In Italia, l'acido aminolevulenico viene utilizzato principalmente per la diagnosi e il trattamento di alcune patologie dermatologiche e oncologiche. Tra queste vi sono le cheratosi attiniche (lesioni precancerose causate dall'esposizione al sole), il carcinoma basocellulare superficiale (un tipo comune di tumore della pelle) e la cistite interstiziale (una malattia infiammatoria cronica della vescica).
L'ALA viene somministrato sotto forma di crema o gel topico da applicare sulla zona interessata. Una volta assorbito dalla pelle, l'acido aminolevulenico viene convertito nelle cellule in protoporfirina IX (PpIX), una sostanza fotosensibile che si accumula selettivamente nelle cellule malate o danneggiate. Successivamente, la zona trattata viene esposta alla luce rossa o blu ad una specifica lunghezza d'onda per un determinato periodo di tempo. La luce attiva la protoporfirina IX, che a sua volta produce una forma reattiva dell'ossigeno in grado di distruggere le cellule anomale.
Questa terapia, nota come terapia fotodinamica (PDT), presenta diversi vantaggi rispetto ai trattamenti tradizionali per le patologie dermatologiche e oncologiche. Innanzitutto, è un metodo non invasivo e selettivo, poiché agisce solo sulle cellule malate o danneggiate senza danneggiare il tessuto sano circostante. Inoltre, la PDT può essere ripetuta più volte senza effetti collaterali significativi e con un'elevata tollerabilità da parte del paziente.
Tuttavia, l'acido aminolevulenico presenta anche alcune limitazioni nell'uso clinico. Ad esempio, la penetrazione del principio attivo attraverso la pelle può essere influenzata dalla presenza di cheratina o sebo in eccesso. Inoltre, la formazione di protoporfirina IX può essere ridotta nei pazienti con deficit enzimatici nella via biosintetica delle porfirine.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali dell'ALA-PDT, i più comuni sono arrossamento della pelle, prurito e dolore nella zona trattata. Questi sintomi sono generalmente lievi e transitori e tendono a scomparire entro pochi giorni dall'intervento.
In Italia, l'utilizzo dell'acido aminolevulenico è regolamentato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che ne autorizza l'immissione in commercio previa valutazione dell'efficacia e della sicurezza del principio attivo. Attualmente, sono disponibili in commercio diverse formulazioni di ALA, sia come prodotti farmaceutici che come dispositivi medici.
In conclusione, l'acido aminolevulenico è un principio attivo di grande interesse per la diagnosi e il trattamento di alcune patologie dermatologiche e oncologiche. La sua applicazione nella terapia fotodinamica offre vantaggi significativi rispetto ai trattamenti tradizionali, pur presentando alcune limitazioni legate alla penetrazione cutanea e alla formazione di protoporfirina IX. In Italia, l'utilizzo dell'ALA è regolamentato dall'AIFA ed è disponibile in diverse formulazioni commerciali.